PALERMO – Il campo progressista non è ancora nato ma già vacilla. A minare il cartello del centrosinistra che in occasione delle elezioni nelle ex Province si è riunito sotto il nome de ‘L’Alternativa’ è il caso Agrigento, dove l’ala oltranzista della coalizione chiede un passo indietro a Pd e M5s.
Province, il caso Agrigento
All’ombra dei templi il voto del 27 aprile sarà un affare tutto interno al centrodestra, che si è spaccato: da un lato il candidato di Dc, Noi Moderati, FdI, Lega e Udc, il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino, dall’altro quello di Mpa e Forza Italia, Giuseppe Pendolino, primo cittadino di Aragona sostenuto informalmente anche da pezzi di Pd e M5s.
Il flirt che non va giù agli alleati di Pd e M5s
Ed è proprio questo flirt sotto mentite spoglie, che va avanti da settimane, a non andare giù all’ala più estremista del campo largo. “Abbiamo condiviso con il M5s e con il Pd un percorso per le provinciali cercando di costruire una colazione unita e credibile e una lista chiamata ‘Alternativa’ osserva una nota -. In tanti territori, però, l’unità del campo progressista è crollata davanti alle ambizioni di alcuni esponenti locali”.
La nota è firmata da Controcorrente, il movimento fondato da Ismaele La Vardera, dalla segreteria regionale di Avs, dal segretario regionale Sinistra italiana Pierpaolo Montalto e dai portavoce di Europa verde Antonella Ingianni e Mauro Mangano.
“Un errore il sostegno a Pendolino”
Il caso Agrigento, dove il centrosinistra non ha presentato alcuna lista, è espressamente citato. “Sia il Pd che il M5S hanno presentato loro candidature autorevoli nella lista a sostegno del sindaco di Aragona Pendolino e riteniamo questa scelta un grandissimo errore – spiegano gli esponenti della sinistra – per la confusione che si ingenera in un elettorato siciliano sempre più disilluso e per il venire meno di qualsiasi coerenza con quanto dichiarato congiuntamente dal campo progressista appena poche settimane fa”.
Pendolino, infatti, “è sostenuto da Forza Italia e dal partito di Miccichè, Lagalla e Lombardo”, fanno notare i firmatari della nota dai quali parte un invito: “Pd e M5s facciano un passo indietro rispetto al sostegno a candidati come quello di Agrigento e facciano tesoro di quanto sta accadendo in vista dei futuri importantissimi appuntamenti elettorali in Sicilia”.