Flop degli alfaniani ad Agrigento | E tanti big restano fuori dall’Ars - Live Sicilia

Flop degli alfaniani ad Agrigento | E tanti big restano fuori dall’Ars

Nel Pd Catanzaro “lascia fuori” Panepinto e Lo Bello. Seggio a rischio per Sicilia Futura.

Il voto nei collegi
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PALERMO – E adesso i big rischiano grosso. Ad Agrigento le elezioni potrebbero portare un rinnovamento massiccio dei rappresentanti a Sala d’Ercole. A cominciare dagli uomini di Angelino Alfano: il partito del ministro degli esteri quasi certamente non riuscirà a superare la soglia del 5 per cento, ma al di là della soglia, assai deludente è comunque il risultato ottenuto nella provincia d’origine del leader di Ap.

Sono sei i seggi che andranno assegnati nel collegio, e almeno due di questi potrebbero andare al Movimento cinque stelle: lanciatissimo, in questo senso, il deputato uscente Matteo Mangiacavallo. I grillini al momento si fermerebbero attorno al 27 per cento. Una percentuale che, in linea teorica, potrebbe far scattare persino un terzo seggio. Ipotesi al momento però meno probabile. Così, probabile il secondo seggio per Giovanni Di Caro.

Così, gli altri partiti quasi certamente dovranno dividersi quattro seggi. A chi andranno? Uno quasi certamente ai Popolari e autonomisti, spinti dall’uscente Roberto Di Mauro e dall’ex rettore e assessore designato Roberto Lagalla: la lista che riunisce infatti il Cantiere popolare e i lombardiani, nell’Agrigentino sta superando il 13 per cento. Ma il seggio andrà al dirigente sanitario Carmelo Pullara, mentre Di Mauro entrerà grazie all’inserimento nel listino di Musumeci. Un altro seggio potrebbe toccare all’Udc di Cesa, forte di un ottimo 12 per cento, che presentava in lista tre “big”: i deputati uscenti Margherita La Rocca Ruvolo e Gaetano Cani, oltre all’ex europarlamentare e manager della Sanità Salvatore Iacolino. Sarà eletta la deputata riberese.

Gli altri due seggi dovrebbero invece andare al Partito democratico e a Forza Italia, entrambi sopra il 10 per cento. Tra gli azzurri, il favorito è Riccardo Gallo Afflitto. Mentre tra i Dem sembra andare verso un’ottima affermazione il saccense Michele Catanzaro che sta per bruciare due candidati assai quotati: si tratta del deputato regionale uscente Giovanni Panepinto e addirittura della vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, approdata nella lista del Pd con un’operazione last minute, dopo le difficoltà che hanno portato il Megafono a “sciogliersi” dentro la lista “Micari presidente”.

Ma quelli di Panepinto e Lo Bello potrebbero non essere gli unici “nomi forti” a restare fuori da Palazzo dei Normanni. Difficile, infatti, al momento, che scatti il seggio per gli uomini di “Sicilia Futura” che si fermerebbe al di sotto dell’8 per cento. E così, l’eventuale mancato seggio per gli uomini di Totò Cardinale, si tradurrebbe in due esclusioni eccellenti: quella del portavoce del movimento Michele Cimino e quella del presidente uscente della commissione affari istituzionali all’Ars Totò Cascio. Uno dei due comunque è già certamente fuori: Cascio è avanti a Cimino.

Ma le vere esclusioni eccellenti sono altre. Agrigento, infatti, è la patria del ministro degli esteri e del leader di Alternativa popolare Angelino Alfano: la sua lista, a livello regionale, appare ormai troppo lontana dalla soglia del 5 per cento. E così, nessun seggio a Sala d’Ercole. Ma anche qualora quella lista avesse superato la fatidica soglia di sbarramento, quasi certamente non sarebbe comunque riuscita a piazzare un proprio uomo. E così, restano fuori dall’Ars due fedelissimi di Alfano: il deputato regionale uscente Enzo Fontana e il parlamentare nazionale Giuseppe Marinello. Un flop degli alfaniani in terra di Alfano.


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