Emergenza idrica a Palermo | Presto la turnazione in città - Live Sicilia

Emergenza idrica a Palermo | Presto la turnazione in città

Il razionamento è sempre più vicino. Prestigiacomo (Amap): "Prima lo stato di calamità".

La crisi dell'acqua
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PALERMO – Dopo un anno di attese e di speranze disattese per un’intensificarsi delle piogge su Palermo, sembra non essere rimasta altra soluzione che la turnazione dell’acqua per garantire una riduzione del consumo almeno del 30 per cento. A metterlo in chiaro una relazione del dipartimento Acque e rifiuti della Regione, documento stilato vista la decisione della settimana scorsa, in concerto con Comune e Amap, di richiedere lo stato di calamità naturale al governo nazionale.

Non sembra essere del tutto d’accordo sulla turnazione immediata però la numero uno di Amap Maria Prestigiacomo: “Che sia chiaro – ha detto – io non consentirò razionamenti fino a quando l’iter per dichiarare lo stato di calamità naturale non sarà terminato. Stato e Regione si devono prendere la responsabilità di questa turnazione, visto che il Comune ed io chiediamo che venga dichiarato lo stato di calamità da un anno e il governo regionale si è sempre rifiutato di darvi seguito”. Prestigiacomo senza tanti giri di parole punta anche il dito contro il governo nazionale che “l’anno scorso ci impose di buttare a mare milioni di metri cubi, parliamo del 40 per cento della capacità dall’invaso più grande che fornisce la città, quello di Rosamarina, per liberarlo da residui di cui nessuno ha mai accertato la pericolosità”.

Ma al di là delle colpe e delle responsabilità, che la situazione degli invasi sia drammatica, e che i livelli siano ai minimi storici, è confermato da tutte le parti in gioco ed è stato messo nero su bianco dalla relazione che presto arriverà anche nelle mani del presidente della Regione Nello Musumeci e del presidente del consiglio Paolo Gentiloni. Infatti, l’iter per richiedere lo stato di calamità naturale continua. Nell’attesa l’Amap è impegnata ad affittare pozzi dai privati, sono 6 quelli opzionati fino ad ora, che porteranno nei rubinetti cittadini circa 200 litri d’acqua al secondo in più, ed inoltre verrà creato un collegamento con la sorgente Presidiana di Cefalù che ne aggiungerà altri 130 litri al secondo. “Io continuo ad insistere sui dissalatori – sottolinea la numero uno di Amap – proprio per questo oggi sono a Roma per discutere ad un tavolo tecnico con le principali aziende italiane che si occupano di questa tecnologia. So bene che questa è una soluzione a lungo termine ma viene attuata anche in altre isole e di certo rappresenterebbe un espediente pratico per aumentare il flusso d’acqua nei rubinetti della città”.

Sulla delicata questione è intervenuto l’ex assessore, oggi consigliere comunale di Sinistra comune Giusto Catania“La privatizzazione dell’acqua, attraverso l’istituzione di Siciliacque che ha comportato un ingente investimento pubblico, ha aggravato l’annoso problema dell’acqua in Sicilia. Il contribuente oggi paga l’acqua più che in altri luoghi d’Italia, ma Palermo corre il rischio di restare a secco. È l’esito di anni di politiche regionali sbagliate, il cui primo atto è stata la privatizzazione del settore idrico. Gli invasi sono vuoti e la gestione da tempo è stata affidata a soggetti terzi, che gestiscono persino le reti di distribuzione. L’azienda Amap ha svolto un ruolo fondamentale nel tutelare la gestione publica dell’acqua, recuperando i disastri prodotti da APS. E’ di fondamentale importanza cambiare rotta, lanciare in prima battuta una campagna di informazione che sensibilizzi i cittadini e li inviti a risparmiare i consumi; bisogna verificare se vi siano le condizioni per requisire i pozzi privati per far fronte a quella che sta diventando una emergenza idrica di proporzioni planetarie. A questo proposito – ha concluso Catania – è una priorità programmare investimenti più utili e mirati nonchè implementare le infrastrutture. E’ necessario attuare politiche più coraggiose, che scongiurino il pericolo di un ritorno al passato, con il razionamento dell’acqua. Diventa urgente chiedere lo stato di calamità naturale”.

 

 


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