ENNA – No all’aggravante della crudeltà. Si all’acquisizione di una consulenza psicologica realizzata dalla difesa, che ha già ottenuto la seminfermità mentale in fase d’indagine. Sarà processata con rito abbreviato Laura Di Dio, la trentunenne di Pietraperzia che il 4 febbraio scorso ha pugnalato a morte la suocera Margherita Margani. L’ha colpita prima con un coltello da cucina e poi con una forbice all’altezza della gola.
Il rito
Ieri mattina il Gup di Enna Michele Ravelli ha accolto l’istanza dei difensori della donna, gli avvocati Antonio Impellizzeri e Salvatore Timpanaro. Sarà dunque rito abbreviato. E a giudicare la donna sarà un giudice di Enna, non la Corte d’Assise di Caltanissetta, che invece sarebbe stata competente in caso di giudizio ordinario.
La parte civile
In caso di condanna, inoltre, all’imputata spetterà lo sconto di un terzo di pena per il rito scelto. Ieri in aula si sono costituiti come parte civile i parenti della vittima, assistiti dagli avvocati Angelo ed Ennio Tambè e Giacomo Pillitteri. L’accusa è rappresentata al pm Michele Benintende. Pubblico ministero che si era opposto all’acquisizione della consulenza psico-forense della difesa elaborata dalla dottoressa Francesca Rosaria Picone.
Le indagini difensive
Il giudice tuttavia l’ha ammessa. L’imputata, dunque, sarà processata sulla base dell’intero fascicolo. Ci saranno tutti gli elementi, compresa la già citata perizia. Ci saranno anche le investigazioni difensive condotte dagli avvocati Impellizzeri e Timpanaro. E che comprendono vari atti riguardo alle dinamiche familiari e alle presunte violenze psicologiche che, secondo la difesa, la Di Dio avrebbe subito per anni dalla vittima. Ma questa ovviamente è una versione di parte. La verità si conoscerà solo al termine del processo.
Il pm: no all’aggravante
Difesa che ha già ottenuto in sede di incidente probatorio, come detto, il riconoscimento della seminfermità mentale dell’imputata, certificata dal perito del gip, il professore Antonino Petralia dell’Università di Catania. In aula i difensori di parte civile hanno chiesto la contestazione dell’aggravante aggiuntiva per l’imputata. Se il pm avesse accolto la nuova aggravante, ovvero di aver agito con crudeltà, la cosiddetta “pena edittale” sarebbe tornata a essere l’ergastolo.
Dopo una fase di duro dibattito tra le parti, in aula il sostituto procuratore ha respinto la richiesta. Il Giudice a quel punto ha fissato la prossima udienza per la requisitoria del pubblico ministero e le conclusioni delle parti. Sarà il 17 gennaio prossimo.