Esercizio provvisorio, cosa cambia in Sicilia: "Opposizione strumentale"

Esercizio provvisorio: “Opposizione strumentale”

L'assessore all'economia Armao spiega i punti fondamentali del disegno di legge
L'INTERVISTA
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PALERMO – Gaetano Armao porta a casa il risultato: l’aula dà il via libera all’esercizio provvisorio. L’assessore rivendica il lavoro svolto al netto dell’accordo con lo Stato e non lesina critiche all’opposizione tacciata di utilizzare argomenti “strumentali e privi di fondamento”.  Una maggiore capacità di spesa, la fuoriuscita dalla morsa della gestione provvisoria passando per un risparmio in termini di oneri finanziari: l’assessore spiega che cosa prevede il ddl approvato in aula e traccia la road map dettata dai tempi imposti da Roma. 

Assessore, spieghiamo in modo semplice che cosa cambia con il via libera all’esercizio provvisorio.
“L’esercizio provvisorio consente di attivare la spesa per i primi quattro mesi come se il bilancio fosse già approvato in dodicesimi. Cioè ogni mese si può utilizzare un dodicesimo dell’intero stanziamento dell’anno. Un modo di attivare la spesa uscendo dalla gestione provvisoria che consentiva soltanto le spese indifferibili e urgenti. L’esercizio provvisorio autorizza per il 2022 una spesa di circa 10 miliardi e mezzo di euro di cui 392 milioni in deroga ai dodicesimi e sei miliardi derivanti dai trasferimenti”. 

Perché si arriva all’esercizio provvisorio? Perché l’opposizione parla di un modo per allungare il brodo per quattro mesi?
“Lo ha spiegato bene il presidente Miccichè in aula stigmatizzando il comportamento delle opposizioni. Quando il governo ha proposto l’esercizio provvisorio di un mese chiedevano che fosse di tre o quattro mesi, adesso che il governo per motivi oggettivi (dei quali parleremo) lo porta a quattro mesi lo volete accorciare. Mi pare un atteggiamento assolutamente strumentale. Come è stato strumentale chiedere il voto segreto pure sull’esercizio provvisorio che dimostra un modo di fare politica più finalizzato a esigenze di partito e fazione che al bene dei siciliani.

Torniamo a queste esigenze oggettive a cui accennava. Immagino si riferisse all’accordo con lo Stato, è così?
“Esatto. Siamo riusciti a dimezzare il concorso alla finanza pubblica, cioè i trasferimenti che dalla Regione vanno allo Stato. Quando governava il centrosinistra i trasferimenti sono passati da 600 milioni a 1 miliardo e 340. Dieci anni fa ero assessore, tornando cinque anni dopo ho trovato il concorso alla finanza pubblica più che raddoppiato. Noi lo abbiamo quasi dimezzato nell’intesa con lo Stato che però è diventata operativa ai primi di gennaio quindi non era possibile approvare un bilancio prima della fine dell’anno perché ancora erano incerti questi 300 milioni in ulteriore riduzione al concorso della finanza pubblica. E non solo”. 

Prego.
“Poi ci sono in gioco 211 milioni di euro di un concorso al risanamento del disavanzo che sono disponibili grazie a un’intesa unica in Italia per la Sicilia ma che devono passare per norme di attuazione quindi approvate con decreto del Presidente della Repubblica quindi ci vorrà almeno un mese, un mese e mezzo per arrivare all’obiettivo. Poi abbiamo i tavoli con il governo nazionali per Iva, F24, bollo e accise. Noi avevamo chiesto al Mef di chiudere tutti i gruppi di lavoro al massino entro il 15 febbraio, ci hanno dato il termine di maggio e quindi probabilmente prima del 30 aprile sarà difficile chiudere, non per scelta della Regione ma perchè lo Stato si è preso più tempo per definire queste cose”. 

L’esercizio provvisorio è stata una scelta obbligata, insomma.
“Sì la scelta dell’esercizio provvisorio è stata una scelta obbligata dall’accordo con lo Stato che ha rinviato la risoluzione di alcune questioni tra febbraio e marzo quindi era inevitabile ricorrere all’esercizio provvisorio. I numeri sono chiari: 212 milioni per alcuni settori. L’idea è di una manovra finanziaria volta ad affrontare le questioni della Sicilia insieme alle misure come il Poc e l’attuazione del Pnrr al quale stiamo lavorando piena sinergia con Roma. Il dato importante è la liberazione di risorse dagli oneri finanziari. Solo quest’anno risparmiamo 40 milioni di euro di derivati e 43 milioni di euro di interessi cioè la Sicilia quest’anno libera 83 milioni di euro che prima andavano alle banche e da oggi ai siciliani”. 


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