Ex province, caos a Siracusa | A rischio i servizi di pubblica utilità - Live Sicilia

Ex province, caos a Siracusa | A rischio i servizi di pubblica utilità

Dal primo gennaio 2018 sospesi i servizi della società partecipata "Siracusa risorse".

LA MANCATA RIFORMA
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SIRACUSA – Inizia con la certificazione di uno stato terminale l’anno nuovo per il Libero consorzio di Siracusa. Dal primo gennaio 2018 sospesi i servizi della società partecipata, Siracusa risorse, e 94 dipendenti in “ferie forzate”. Stop ai servizi di pubblica utilità, tra i quali: il trasporto disabili, la manutenzione nelle scuole, il diserbo stradale. Lo ha comunicato, con una Pec alla società partecipata dell’ente, il commissario straordinario Giovanni Arnone, motivando così il provvedimento: “In considerazione della grave situazione finanziaria, della mancanza di certezze nell’ammontare dei trasferimenti regionali e statali a sostegno delle attività istituzionali dell’ente, nonché del permanere del prelievo forzoso da parte dello Stato sulle entrate già spettanti alle ex Province regionali, questo Libero consorzio comunale di Siracusa non è, allo stato attuale, nelle condizioni di prevedere la possibilità di affrontare per l’esercizio finanziario 2018 il finanziamento della spesa necessaria per l’affidamento di servizi alla propria Partecipata”. Spesa che ammonterebbe a 3,5 milioni.

La società ha comunicato ai propri dipendenti le ferie forzate da giorno 2. “Un decreto d’urgenza per il Libero consorzio di Siracusa” è quanto chiedono i sindacati alla Regione siciliana. La reazione arriva per voce dei segretari generali Cgil e Filcams di Siracusa, Roberto Alosi e Stefano Gugliotta: “Riteniamo gravissimo questo provvedimento di sospensione della Partecipata, che quantomeno, si sarebbe dovuto gestire di concerto con la Regione siciliana. Il rischio è di causare il fallimento della Siracusa risorse, azienda del terziario che non può avere alcun ammortizzatore sociale per i lavoratori sospesi. Auspichiamo – proseguono – che la deputazione regionale siracusana chieda al governo regionale, una decretazione d’urgenza, per evitare il defaut del Libero consorzio di Siracusa, con le inevitabili conseguenze per l’occupazione tanto della Partecipata quanto dell’ente”.

Difatti dal primo gennaio non ci saranno nemmeno i soldi per pagare gli stipendi agli oltre 500 dipendenti della ex Provincia. Il buco totale dell’ente ammonta a 60 milioni di euro. I contenziosi con enti pubblici e privati hanno portato già a decreti ingiuntivi che solo un mese fa avevano determinato il pignoramento, da parte della Tesoreria, delle somme destinate agli stipendi dei dipendenti. Da due anni l’ente non paga le bollette di luce, acqua e telefoni, né gli affitti delle scuole.

La crisi, è risaputo, comincia con la mancata riforma Crocetta: da una parte sono venuti a mancare i trasferimenti dello Stato per gli enti di area vasta, dall’altra però lo stesso Stato ha mantenuto il prelievo forzoso. “Dal primo marzo si prende tutte le entrate”, spiega lo stesso commissario straordinario Arnone. Che aggiunge: “La situazione è gravissima a Siracusa ma è grave anche altrove. Il prelievo forzoso sta costringendo al dissesto finanziario”. E ancora: “Non abbiamo certezze finanziarie: in queste condizioni non c’era alcuna possibilità di garantire i 3,5 milioni per commissionare servizi alla Partecipata”.

D’altronde l’incertezza, da domani, è anche sulla stessa guida dei Liberi consorzi. Oggi scade il mandato per i commissari straordinari, mentre la proroga è stata solo annunciata ma non è mai arrivata. “Su questo non abbiamo notizie né formali né informali – conclude Arnone -. Non c’è alcun decreto che sancisca per noi commissari la ripresa dell’attività dal primo gennaio”.

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