PALERMO – L’assessore Nino Caleca blocca le spese della Regione all’Expo e chiede di vederci chiaro. In particolare sui contratti tra la Regione e società esterne. Come Manpower, società di lavoro interinale, con cui la Regione, capofila del Cluster Biomediterraneo, avrebbe una convenzione in merito alla quale Caleca ha chiesto chiarimenti, a proposito dei costi, del numero delle persone impiegate e del genere di contributo che queste forniscono. Caleca ha scritto al responsabile unico del Cluster Dario Cartabellotta tre note chiedendo queste e altre informazioni ma ancora non ha ricevuto risposta.
Stando alle prime informazioni non ufficiali giunte in assessorato, il costo del rapporto con la società di lavoro interinale si attesterebbe tra gli ottanta e i centomila euro al mese (per i sei mesi dell’Expo). In generale Caleca, dopo la falsa partenza del Cluster e la figuraccia del padiglione allagato, pretende “massima trasparenza sui conti”. E così l’assessore all’Agricoltura ha scritto al responsabile del Cluster, nei giorni scorsi affiancato da un comitato ispettivo nominato dopo il flop dell’inaugurazione, chiedendo di bloccare i versamenti e di verificare prima la conformità alle norme di contabilità regionale. Non solo, Caleca ha anche chiesto, come ha spiegato oggi nel corso della trasmissione televisiva Casa Minutella, di dare pubblicità alle spese sul sito internet del Clsuter. Intanto, l’assessore ha intenzione di chiedere a Expo, dopo i ritardi che hanno provocato i disagi dell’inaugurazione (“Era meglio rimandarla e aspettare che tutto fosse pronto” dice Caleca), “un grande evento mediatico per rilanciare la partecipazione della Sicilia”. Il costo della partecipazione della Sicilia al Cluster Biomediterraneo dell’Expo milanese ammonta a tre milioni per il padiglione, a cui si aggiungono le altre spese che vengono finanziate con le somme stanziate dai privati e le altre entrate relative alla partecipazione all’esposizione.
