E’ il giorno dell’addio a due delle donne morte in seguito al Covid a Pietraperzia, nell’Ennese, insieme ad altri quattro familiari. L’ultimo saluto a Vincenza e alla figlia Concetta si è svolto nel pomeriggio nella chiesa madre del paese. Non si dà pace Salvatore, il cognato di una delle donne, che ha a sua volta perso la moglie il 22 gennaio, dopo un lungo ricovero all’ospedale Umberto I di Enna .“Prenderei un bazooka per quanto sono arrabbiato e addolorato” dice con gli occhi rivolti al cielo. LEGGI ANCHE: Ecco perché la Sicilia resta arancione
“Ne avevamo parlato tante volte”
“Ne avevamo parlato tante volte con mia moglie – aveva troppa paura del vaccino. Io sono vaccinato. Sia io che mia figlia abbiamo avuto il Covid ma siamo qua”. “Com’è possibile – continua Salvatore – che di cinque nessuno si sia salvato? Perché a telefono, due giorni prima mi hanno detto che andava meglio, che comunque, il fatto che mia moglie non avesse altre patologie era un fatto positivo e poi mi hanno chiamato per dirmi che era morta? “. Fuori dalla chiesa è stato posizionato una grande cartellone con le foto dei componenti della famiglia e un messaggio: “Volate in alto e tenetevi sempre per mano, vi vogliamo bene”.
Il parroco: “Quinto funerale per la stessa famiglia”
“È per la quinta volta che ci troviamo in questa chiesa per celebrare i funerali di appartenenti ad una stessa famiglia”. Ha iniziato così la sua omelia don Osvaldo Brugnone, il giovane parroco della chiesa madre di Pietraperzia. “Siamo tutti sconvolti, arrabbiati, addolorati”, ha aggiunto il parroco. Una cerimonia composta in una chiesa gremita di persone. Al termine la nipote Noemi, figlia di Maria, l’altra sorella, morta qualche giorno fa, ha letto una lunga lettera. “Sei stata come una madre, zia Concy – ha detto con la voce incerta per la commozione – non ci hai fatto mancare niente, ci hai sempre coccolato. Di te ci mancherà il sorriso. E tu nonna, proteggici da lassù’ e dacci la forza di sopportare tutto questo”. Poi le bare sono state portate a spalla, all’esterno della chiesa, e sul sagrato don Osvaldo insieme ad un altro prete, don Giuseppe Rabita hanno impartito un’ultima benedizione alle salme.
Il direttore sanitario: “Abbiamo fatto di tutto per salvarli”
“Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità – dice al telefono il direttore sanitario dell’Umberto I di Enna, Emanuele Cassarà – sono stati curati con tutti i mezzi farmacologici, e non, a nostra disposizione, come curiamo tutti, vaccinati e non vaccinati”. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA