CATANIA – E’ il nuovo presidente del corso di laurea in Economia Aziendale: Rosario Faraci, apprezzato docente nell’ateneo catanese, ha le idee chiare su quali sono le strategie da attuare nei prossimi quattro anni per migliorare la formazione delle nuove generazioni di imprenditori catanesi: “Sono stato già presidente di Economia Aziendale dal 2002 al 2009 – spiega a Live Sicilia Catania – ma negli anni scorsi le condizioni del sistema universitario nazionale erano differenti e si scontavano i problemi tipici dell’avvio a seguito delle due riforme segnate dai Decreti Ministeriali 509/99 e 270/04. Adesso le cose sono cambiate, a cominciare dall’accesso contingentato al corso di laurea. Dal prossimo anno accademico entreranno in vigore le procedure di autovalutazione e di qualità e, sul piano dei processi formativi, dovremmo farci trovare pronti riportando pienamente lo studente al centro dell’intera offerta didattica. Il mio impegno primario sarà in questa direzione”.
Qual’è il punto di partenza, considerando anche l’attuale situazione di crisi in cui versa l’imprenditoria cittadina?
Fino a qualche tempo fa, lo sbocco professionale privilegiato di una laurea in Economia era l’esercizio della libera professione, il lavoro bancario o quello nella pubblica amministrazione. Poi i giovani hanno iniziato ad apprezzare anche la possibilità di lavorare in azienda e nel mondo della consulenza. Negli ultimi anni, questi grandi serbatoi di occupazione hanno funzionato di meno e i laureati, vuoi per necessità vuoi per cogliere nuove opportunità, stanno valutando la possibilità di avviare in proprio un’attività d’impresa, incoraggiati pure da una legislazione più favorevole alle start up. Per questi motivi ci stiamo attrezzando ancora di più per soddisfare questa esigenza, anche per rispondere alle vocazioni del territorio.
Quali potrebbero essere le mosse da fare subito per risollevare il commercio in città? Quattro proposte-lampo per migliorare la situazione.
Il commercio è il settore portante dell’economia catanese. Insieme ai servizi vale oltre l’80% del valore aggiunto prodotto in provincia. Oggi è in crisi. Le mosse? La prima è puntare senza remore sulla nuova formula aggregativa dei centri commerciali naturali nel perimetro urbano delle città. Quello di via Etnea a Catania è un esempio da incoraggiare. La seconda è porre un freno al rilascio di nuove autorizzazioni all’apertura di grandi superfici commerciali, anche specializzate, altrimenti si rischia la cannibalizzazione. La terza è avviare un massiccio programma di formazione della classe degli operatori commerciali per trasformarli da venditori a veri imprenditori. La quarta è lavorare in sinergia con le banche e i proprietari di immobili, per allentare sui piccoli commercianti la morsa dei prestiti onerosi e degli esosi canoni di affitto dei locali.
Start-up e nuovi imprenditori: quali sono le novità a Catania? A lezione ci sono i manager di domani: cosa bolle in pentola?
C’è molto fermento. Catania ha tutte le carte in regola per diventare una vera e propria Start up City. Il processo, nato spontaneamente dal basso su iniziativa degli stessi giovani, va incoraggiato e sostenuto, senza che i “senior” ci mettano il cappello sopra, rivendicando primogeniture d’iniziativa e meriti organizzativi che spesso non hanno. Nei miei corsi invito spesso i manager a tenere lezione. Ma, in una logica di Università capovolta e di “reverse mentoring”, che a me piace tanto dove sono gli adulti ad apprendere dai giovani, accade pure che siano gli studenti a “fare lezione”. L’esperienza di Start Up Academy, i seminari svolti in collaborazione con Confindustria Giovani e l’Unione Giovani Dottori Commercialisti, è stata illuminante. Quest’anno la rinnoveremo.
A Catania arriveranno esperti internazionali per il “First International Entrepreneurship Research – Exemplars Conference” in programma a maggio: qual’è l’importanza di questo appuntamento per la città? Cosa sarà proposto?
E’ un evento scientifico, riservato ad una cinquantina di studiosi di imprenditorialità provenienti da tutto il mondo. E’ la prima volta che si tiene in Europa, da sempre organizzato negli Stati Uniti. Stiamo mettendo in cantiere, coi colleghi Dagnino, Barney e Alvarez, interessanti iniziative focalizzate sul tema dell’ecosistema e delle start up. Dovrebbe esserci un momento di confronto pure con la nuova generazione di startuppers siciliani, possibilmente insieme ai venture capitalists. Un momento utile anche a noi studiosi di entrepreneurship per valutare sul campo il fenomeno. Naturalmente, si parlerà in Inglese per tutti e tre i giorni!