PALERMO – Un enorme giro di false fatture e vendita in nero di gasolio agricolo che finiva nelle pompe di benzina a prezzi concorrenziali. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo, assieme all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, beni e disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro.
Il provvedimento è firmato dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Termini Imerese che ha iscritto tredici persone nel registro degli indagati.
Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo e del Gruppo operativo regionale antifrode delle dogane avrebbero svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania.
Nel capoluogo etneo lavorano Salvatore ed Enrico Giuffrida, non nuovi a questo tipo di indagini a considerati i personaggi chiave della frode che avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di gasolio per uso agricolo.
I titolari di alcuni depositi commerciali avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto documenti per simulare la vendita di carburante a “società di comodo” o ad aziende del tutto ignare di quanto stesse avvenendo.
Il carburante veniva poi ceduto “in nero” a distributori che non aveva titolo per riceverlo e lo commercializzavano a prezzi fortemente concorrenziali. A farne le spese erano gli altri operatori che rispettavano le regole.
Il sistema di frode avrebbe garantito l’abbattimento dell’Iva, delle accise e delle imposte dirette provocando un’evasione fiscale che supera i 15 milioni di euro.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
