Fava: "Le primarie si faranno, chi rompe è fuori dalla coalizione" - Live Sicilia

Fava: “Le primarie si faranno, chi rompe è fuori dalla coalizione”

Il deputato dice la sua sulle consultazioni del campo progressista.
L'INTERVISTA
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PALERMO – “Alla fine prevarrà il buonsenso, nessuno ha la vocazione alla solitudine”. Le polemiche delle ultime ore non scalfiscono la tranquillità di Claudio Fava. Il candidato alle primarie del centrosinistra si dice ottimista e ricorda agli alleati riottosi che chi dice no alle consultazioni popolari sarebbe automaticamente fuori dalla coalizione con tutte le conseguenze del caso. “Vorrei sommessamente rammentare che se la coalizione progressista fosse solamente formata da Movimento Cinquestelle e Pd perderebbe dalle Alpi alle Piramidi, Sicilia inclusa”, dice Fava a Live Sicilia.  

“Invece qui la coalizione corre e concorre (e vincerà) perché non è la somma algebrica residuale di due partiti (Pd e M5S) e non parlo soltanto del fatto che c’è anche una sinistra, che ha forse più nomi ma ha un suo radicamento sul territorio, accanto alle forme politiche tradizionali; penso che noi correremo, concorrere e vinceremo perché sapremo essere (almeno questo provo a fare da diversi anni) qualcosa di assai più interessante, coraggioso e allo stesso tempo autentico della somma delle bandiere di partito: cioè parlare a tutti i siciliani e rappresentare le molte esperienze di impegno politico che esistono al di fuori dei partiti”, argomenta il deputato regionale. E rispetto al mondo che ha aggregato finora aggiunge: “Si tratta di esperienze di impegno politico hanno una loro trasversalità che io considero un elemento virtuoso perché non è una trasversalità furba, maliziosa alla ricerca di invenzioni o affidata a piccoli apprendisti stregoni ma una trasversalità costruita sulla materia dei fatti: il ciclo dei rifiuti, formazione professionale, la lotta al precariato istituzionalizzato cioè il civismo che in questi anni ha rappresentato una frontiera politica importante, adulta, matura capace di parlare il linguaggio dei fatti e affrontarlo dal punto di vista della proposta e della soluzione e non soltanto della lamentela e che rappresenta le siciliane e i siciliani, non soltanto una somma coesa di partitini”.

Fava richiama gli alleati alla concretezza. “Noi per questo possiamo vincere perché abbiamo lavorato per provare a mettere in rete tutto questo cioè per dare rappresentanza, significato, dignità e sbocco politico: questo vuol dire che non sono Pd e M5s a fare la coalizione, altrimenti la partita finisce prima di cominciare”. E se le diatribe nascondessero la volontà di fare saltare il banco? Fava si dice ottimista sul fatto che le primarie andranno in porto, ma lancia un monito agli alleati. “Se una forza politica si sottrae alle primarie, si sottrae anche alla coalizione e se ne assume la responsabilità. Detto questo, penso che prevarrà il buonsenso e che è normale che queste primarie ci stiano, io non mi affeziono alle formule e alle battaglie fideistiche, si fanno solo online o solo ai gazebo, l’importante è trovare il modo più partecipato possibile”, argomenta. “Prevarrà il buonsenso anche perché una forza politica che decidesse di tirarsi fuori dalle primarie avrebbe deciso di tirarsi fuori dalla coalizione assumendosi le conseguenze del caso e penso che nessuno sia così folle da volare fare questo”, insiste il deputato regionale. 

Fava minimizza il muro contro muro (“scaramucce”) emerso nel corso della riunione del tavolo politico del fronte progressista di ieri. “Sono tranquillo, so che le primarie che chiediamo da mesi argomentando questa richiesta sul piano dell’utilità politica, si faranno e che questi sono elementi da pre-tattica di partita: il colore delle magliette, i rombi del pallone, quale porta scegliamo. Detto questo, si faranno e avranno anche un esito eccellente”, dice. “Ma anche perché c’è un dato politico se una forza dice no alle primarie non finisce la coalizione ma quella forza politica si tira fuori e credo che nessuno abbia questa vocazione alla solitudine, non ce l’ha né Conte né Letta”.  

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