TRAPANI – “Non sono mai stato nel libro paga di nessuno e certamente non sono stato in quello degli armatori Vittorio ed Ettore Morace”. Questo un passaggio delle risposte fornite al pm dall’ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale di Forza Italia Girolamo Fazio, imputato dinanzi al Tribunale di Trapani di corruzione, violazione di segreto di ufficio e traffico illecito di influenze. Il processo scaturisce da uno dei tronconi dell’indagine dei Carabinieri di Trapani denominata “Mare Monstrum”, la cosiddetta “tangentopoli del mare”.
L’inchiesta
L’inchiesta dapprima coordinata dalla Procura di Palermo e poi trasferita per competenza a quella di Trapani, avrebbe messo in luce, per gli investigatori, un giro di mazzette per favorire nell’assegnazione delle tratte navali onorate la compagnia Ustica Lines. E’ in questo contesto che compare il nome di Fazio che da deputato all’Ars avrebbe sostenuto con un mercimonio la compagnia armatoriale.
L’ex deputato risponde anche di corruzione a proposito dell’assegnazione alla ditta Stefania Mode di un edificio all’interno dell’area industriale di Trapani. A corromperlo due imprenditori, l’armatore Ettore Morace e Aldo Carpinteri, il primo per la compagnia navale il secondo per la società commerciale leader nel settore dell’abbigliamento. Morace e Carpinteri hanno patteggiato le accuse loro mosse e i loro verbali di interrogatorio sono transitati nel processo.
L’interrogatorio
Stamane è cominciato l’interrogatorio dell’imputato Fazio da parte dei pubblici ministeri Franco Belvisi e Brunella Sardoni. Per il momento le vicende toccate sono state quelle dei rapporti con la società navale Ustica Lines diventata poi Liberty Lines. La compagnia gestisce i collegamenti veloci tra la Sicilia e tutte le isole minori.
“Cosa ho fatto da parlamentare per essere pagato? – ha ancora affermato l’ex sindaco e deputato – Non mi hanno mai chiesto nulla di illecito, mi sono interessato non di interessi privati ma di quelli che toccavano la collettività, non credo di essere mai entrato in conflitti ne di avere mai avvantaggiato qualcuno”.
Il rapporto tra Fazio e Morace
Il pm Belvisi lo ha incalzato con le sue domande e a tratti ci sono stati momenti di tensione, che però il presidente del collegio, giudice Agate, è riuscito a stemperare. Nella sostanza Fazio ha ricordato che il suo rapporto con l’armatore Vittorio Morace, ex patron del Trapani Calcio, deceduto da poco tempo, era di natura personale, “affetto e stima ricambiati e nient’altro”. E le accuse di Ettore Morace? A sentire Fazio scaturivano dall’indole dell’armatore, “spesso raccontava bugie”. “Se è diventato amministratore delegato della Ustica Lines – ha detto – fu anche per merito mio , io lo sostenni col padre…forse adesso me ne pento di quello che feci”. “Nel tempo ho percepito un certo fastidio dei familiari per il rapporto intenso di amicizia che avevo con Vittorio Morace. Ettore Morace dapprima si affidò a me sapendo dell’ascendente che avevo col padre, poi ridimensionò i rapporti”.
Le intercettazioni
Nelle intercettazioni ci sono però frasi equivoche, come quella con la quale Fazio esordiva così con Morace: “Tu ti fai gli affari tuoi non mi cerchi più”. “Era solo una battuta, era accaduto – ha spiegato Fazio – che la società aveva ottenuto la destagionalizzazione per le isole Eolie, stessa cosa avevo cercato di fare ottenere per il trasporto da e per le Egadi”.
Il pm Belvisi ha contestato all’imputato la presenza agli atti di una serie di fatture intestate alla Liberty Lines per pagare però una ristrutturazione di una casa di sua proprietà, per un ammontare di oltre 155 mila euro. “Mi occupai di una causa della società armatoriale con la Regione per fare ottenere interessi maturati su una somma di contributi ricevuta in ritardo. Una somma di circa 9 milioni di euro ottenuta dopo un contenzioso amministrativo. Io fino al 2014 non ho mai preso un solo euro da Morace, quando gli prospettai questa possibilità di ottenere gli interessi su quella somma che gli fu liquidata dopo un giudizio del Cga, mi disse che lui non credeva fosse possibile, e allora nacque la scommessa, se ci riesci, mi disse ti ricompenserò. Quando seppe delle mie difficoltà per proseguire nella ristrutturazione della mia abitazione a tutti costi volle che le fatture fossero intestate alla società, fammi avere le fatture ci penso io”.
In effetti quel contenzioso sugli interessi si risolse a favore del Morace, ma per il pm non vi è una esatta corrispondenza di date tra il contenzioso e il pagamento delle fatture, un impegno preso da Morace quando ancora non si era concluso il contenzioso oggetto della “scommessa”. Il pm Belvisi ha parecchio insistito con le sue domande sui rapporti tra Fazio e Morace sr. “Mi sono trovato a fare talvolta da consulente, soprattutto quando ottenne nel 2010 la liquidazione dei 9 milioni di euro da parte della Regione, lui mi venne a trovare e mi disse quanto ti devo dare, gli risposi dicendo che non volevo niente e che mi bastava la sua amicizia”.
Nessun conflitto e di nessuna natura, Fazio ha detto di aver mai colto tra il suo ruolo all’Ars e le attenzioni alle ragioni dei Morace nei confronti della Regione: “Il compito di un deputato quale ero è quello di occuparsi di leggi che hanno caratteristiche generale ed astratte, da deputato difendevo le ingiustizie nei confronti di questa società armatoriale che alla città di Trapani ha dato tanto. Ho aiutato la società dei Morace ad aprire il cantiere navale al porto, è un mio merito a favore della città e poi dell’Ustica Lines”.
L’ex sindaco: “Ettore Morace si circondava di persone sbagliate”
Su Ettore Morace , l’ex sindaco è andato giù pesante. “Si circondava di persone sbagliate, cercava relazioni con vertici della politica, glielo dicevo anche ma lui faceva finta di non sentire”. Tra i nomi indicati quello dell’ex consigliere comunale Giuseppe Carpinteri, “si faceva vedere spesso con lui”, ma anche quelli del senatore D’Alì, Miccichè, Gucciardi, Turano. Su quest’ultimo ha rifilato una stoccata: “Io ero il deputato del territorio, lui quello di Alcamo”. A Carpinteri (uomo di fiducia di Turano ha sottolineato l’imputato Fazio) l’ex sindaco ha ricondotto l’acquisto da parte di Morace jr della maggioranza di quote della società Traghetti delle Isole.
L’interrogatorio di Fazio si è concluso con la mancata nomina di consulente della IV Commissione all’Ars dell’ex dirigente Siremar, Giuseppe Prestigiacomo: “Nomina avversata da Ettore Morace me lo descrisse come squallido e pericoloso”. Contro la nomina, proposta in Commissione dall’on. Alongi, si mosse il vertice dell’assessorato alla Mobilità, si misero contro anche deputati pentastellati, ci fu un gran can can, peraltro oggetto di un altro processo pure in corso a Trapani, ma a sentire Fazio quella nomina non si poteva fare perché mancava la ragione di farla. Ma ha negato di essere lui intervenuto, “ne parlai con la presidente della commissione, dicendo che non si poteva fare e la cosa per me finì lì”. Fazio però ha detto di sapere perché Morace jr osteggiava Prestigiacomo: “Veniva dalla Compagnia delle Isole la società che avversava l’Ustica Lines e che in un primo momento acquistò la Siremar, ma poi dovette cedere il passo alla Sns (la società costituita dai gruppi Morace e Franza ndr)”. L’esame di Fazio davanti al Tribunale di Trapani proseguirà il 21 aprile.
e allora se non passa l’emendamento manderete le ruspe anche per la casa di Montsalbasno… e per migliaia di manufatti e giustizia sia fatta? dov’eravate quando le hanno realizzate 30 anni fa…. ma fatemi il piacere….!
La cosa bella è che i comuni hanno già incassato da 30 anni gli oneri della sanatoria.
Sarebbe la prima cosa utile di questa indegna legislatura. Darebbe la possibilità ai siciliani che sicuramente hanno sbagliato di ottenere un diritto che è stato dato a tutti gli abitanti delle altre regione D’ITALIA. I signori AMBIENTALISTI dove erano quando si sono sanati gli stessi abusi nel resto D’ITALIA???
non sai quello che dici
Ovviamente la notizia fa gridare allo scandalo ma se venisse spiegata nei dettagli si capirebbe che è una cosa più che logica. Il paradosso vuole che case costruite letteralmente sulla spiaggia siano in regola e case costruite a monte delle litoranee siano invece non in regola, ed ancora, a monte delle litoranee la prima schiera di case risulta essere in regola,la seconda schiera ,ancor più lontana delle prime citate, risulta invece non sanabile.E’ o no una stortura? Se questi pseudo deputati che ci sono all’ars avessero il coraggio di risolvere problemi tipo questi senza temere le critiche di una serie di persone che sa fare solo moralismi forse la Sicilia in tanti ambiti andrebbe meglio. La verità è che questa classe politica non ha più gli attributi per affrontare semplici questioni come queste. La Sicilia verrà consegnata ai temuti 5 stelle per indolenza vostra non per merito loro.
questei edifici sono GIA’ STATI SANATI E PAGATI ! ma chi comanda in Sicilia ? LA MAGGIORANZA o queste minoranze rumorose e che fanno della distruzione del lavoro il loro unico obbiettivo ?
Per principio sono contrario. Però bisognerebbe fare una trasparente operazione verità. O si ha il coraggio di abbattere tutte, ma proprio tutte, la case non in regola, oppure si mette in condizione chi ci vive di viverci regolarmente, senza l’ansia di dover sempre cercare il favore di qualcuno.
La Sicilia non ha bisogno di nessuna norma di sanatoria. I manufatti abusivi vanno abbattuti. Punto.
E’ una proposta da prendere in seria considerazione. Personalmente la penso come Roberto. E come Antonio. Ma le cose stanno così: una sanatoria c’è stata: quella del 1985. Una sanatoria generalizzata, approvata con la L. n° 47/’85, la cui responsabilità politica, ovviamente, ricade sulla prima repubblica. Tale legge fu qui recepita dalla L.R. n° 37/’85, che escluse espressamente dalla sanatoria le case realizzate abusivamente nella fascia dei 150 metri dal mare. Il messaggio che volle dare quella legge era chiaro: con la fascia costiera non si scherza. Per questo mi sono sempre battuto contro ogni ipotesi di sanatoria successiva, promessa sistematicamente da tutte le coalizioni di destra a partire degli anni ’90, tutte sistematicamente impugnate dal Commissario dello Stato. e contro la penultima proposta Fazio, che prevedeva come termine il 1991, anno in cui il divieto della l. n° 78/’76 fu esteso direttamente ai cittadini. un’assurdità detto, ta noi, perché il ‘messaggio’ era chiaro fin dal 1985, come abbiamo visto. Ma ora Fazio propone proprio il 1985 come limite massimo. Ed allora ci si può chiedere se sia stato giusto escludere un’intera categoria di abusivi da una sanatoria generalizzata retroattivamente. Detto questo, e ritenendo tale argomento spendibile, giuridicamente, in sede di vaglio commissariale, mi si consenta una digressione sull’opportunità di tale iniziativa. Io credo, in tutta franchezza, che non rimanga altro da fare. L’alternativa è lasciare perdere per naturale rovina migliaia di edifici costieri, di cui nessuno più si occuperà per irrecuperabilità sia giuridica, immediata, che fisica, progressiva. Il risultato sarà che i poveri comuni costieri, di qui a qualche decennio, dovranno gestire un’immane ammasso di rovine, da smaltire. E per qualche generazione ancora chilometri di pregiato territorio costiero resteranno inavvicinabili, invece di rappresentare una risorsa. L’odierna proposta Fazio, invece, ha il merito di aprire la strada a seri piani di recupero degli agglomerati costieri, finora impediti dalla rigidità della normativa. Parliamo di ambiti antropizzati ed urbanizzati da quasi mezzo secolo. Si proceda a riqualificarli, abbattendo tutto ciò che è necessario, ma sanando quel che non fa impiccio, purchè realizzato entro il 1985. Per quanto fatto dopo, nessuna pietà. Erano stati avvertiti.
Si certo, come gli scheletri delle ville incompiute di pizzo sella che esistono solo per deturpare l’ambiente, perchè non si abbattono e si crea un bosco? Il condono edilizio non è nient’altro che una violenza territoriale.
Ma lei se lo è mai fatto un giretto tra i meandri di vie e viuzze nel tratto di costa tra Trappeto e Balestrate? Ha mai visto la qualità, dal punto di vista “architettonico” delle case in quel tratto di costa? In altre regioni si parla di Piano del Colore, da noi si potrebbe piuttosto parlare di piano dell’orrore. In che modo la proposta di questo esimio urbanista di nome Fazio si potrebbe recuperare quel bellissimo tratto di costa senza l’utilizzo del napalm?
sanare gli abusi e contro la legge e contro gli interessi dei siciliani e non solo degli ambientalisti, mettitelo in testa giustificare abusi seppur di 30 anni fa, giustificherebbe futuri abusi e la tipica mentalita siciliana e anche italiana se vogliamo, bisogna stroncare qualsiasi abusivismo x ridare legalita a questa terra defraudata da noi stessi
Come no. In un romanzo ( il 14° zero di Enzo Russo) viene sarcasticamente definita ‘la costa buzzurra’. Fazio non è un urbanista. E’ un giurista. Nel mio intervento ho accennato al fatto che la questione riveste diversi aspetti. Quello legale riguarda l’esclusione retroattivamente disposta di una categoria di abusivi da una sanatoria generalizzata concessa a tutti gli altri. Quello di opportunità riguarda la destinazione dei tratti di costa interessati colpiti dall’abusivismo. Ribadisco di essere personalmente contrario a qualunque sanatoria. Ma veniamo alla realtà dei fatti. Lei parla di napalm. Guardi, per come la vedo io, dovrebbero essere gli stessi abusivi a fare una colletta per acquistarlo ed adoperarlo, perché, in tal modo, recupererebbero degli appezzamenti che potrebbero valere molto di più, mentre così transiteranno nel patrimonio comunale. Perché questo prevede la legge. Ora, domandiamoci se i comuni costieri dell’isola sono in grado di gestire questo patrimonio immobiliare a perdere. Perché a perdersi è destinato. Ove si scelga di sanare, perché di scelta si tratta, ed è una scelta ammissibile solo per chi ha edificato fino al 1985, si potrebbero imporre dei severi piani di recupero, prevedenti piano del colore, viabilità adeguata, accessibilità alla costa, verde urbano e quant’altro, da affidare, questo sì, a validi urbanisti. In tal modo, si potranno rendere decenti gli agglomerati costieri spontanei nel giro di una generazione. L’alternativa è la rovina progressiva degli agglomerati costieri abusivi, che continuerà fino a quando ci saranno interessati disposti a resistere ( sempre di meno, trattandosi, già ora in massima parte, di eredi degli originari fabbricatori) fino al loro definitivo abbandono, trasformazione in villaggi fantasmi, ed ulteriori e successiva adozione di interventi di demolizione e smaltimento totale. Molto onerosi per la mano pubblica. Quanto ci vorrà 3,4 o 5 generazioni? La questione è in questi termini. La scelta è sui tempi di risoluzione. Si può anche non concordare, ma non me la sento di dare addosso a chi propone la soluzione più breve, ancorché meno ‘legalitaria’. Ripeto ancora una volta: le sanatorie non piacciono anche a me. Ma qui si tratta solo di chiudere, decentemente, quella del 1985.
Menomale che VENEZIA l’hanno costruita prima di questa legge perche senò non esisterebbe nemmeno
Ma smettiamola vedono mafia ovunque, sono poveri disgraziati ignoranti! Se ne vadano in Liguria a protestare dove costruiscono a 50 metri!
Queste persone che di solito accusano … di solito sono i primi a comportarsi slealmente. per loro non esistono Leggi ne giustizia normale abusano solo e’basta la vergogna D’Italia.