“Noi siamo contro questo federalismo di facciata, perché il Sud esce penalizzato dalla riforma”. A stretto giro di posta arriva, per bocca dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, la risposta siciliana al decreto sul federalismo, presentato questa mattina dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Il documento approvato dal Consiglio dei ministri, che mette assieme gli ultimi tre decreti attuativi sul federalismo fiscale, non convince per niente Armao: “È un decreto che, per quanto riguarda le regioni a statuto speciale, e in particolare la Sicilia, vìola la legge delega, perché estende previsioni che possono valere soltanto per le regioni a statuto ordinario”. Il punto che all’assessore della giunta presieduta da Raffaele Lombardo, a questo proposito, preme puntualizzare è uno: “Il governo sta mettendo in atto un pregiudizio molto pesante all’autonomia. La legge 42 del 2009 – afferma Armao -, prevede infatti che per le regioni a statuto speciale si attuino solo tre articoli, mentre con il decreto presentato oggi si fa tutt’altro, violando lo statuto, i principi costituzionali e la stessa legge delega”.
Ma non si ferma qui lo stop siciliano alla riforma in senso federalista dello Stato, che il premier Berlusconi solo la settimana scorsa aveva messo tra i cinque punti fondamentali della sua azione di governo, nel discorso pronunciato alle Camere per avere rinnovata la fiducia. “È una manovra al buio – prosegue Armao – Viene messo in atto un minore afflusso di risorse nei nostri confronti, determinando un impoverimento progressivo; la situazione della Sicilia è già grave, il federalismo non può peggiorarla ulteriormente. Questa è una cosa che non possiamo accettare. Non scordiamoci le già gravi compressioni che la nostra regione ha già dovuto subire, ad esempio con la mancata liquidazione dei fondi Fas”.
Armao non ci sta: “Tutto questo, mentre nel corso dell’ultimo incontro con i ministri Tremonti e Calderoli, ci era stato assicurato che non ci sarebbe stato alcun eccesso di delega”. L’agenda del governo siciliano adesso prevede due appuntamenti, nei quali verrà portata avanti la protesta contro “questa” riforma federale: “Martedì prossimo ci sarà la riunione della Conferenza delle Regioni. Poi mercoledì mattina ci vedremo con tutte le altre regioni a statuto speciale, per definire un documento che individui gli straripamenti del decreto approvato dal governo, e evidenziarne i limiti di costituzionalità”.