Festa dei lavoratori senza il lavoro: precari, senza sicurezza e mal pagati - Live Sicilia

Festa dei lavoratori senza il lavoro: precari, senza sicurezza e mal pagati

Nella provincia di Palermo ci sono oltre 60 mila disoccupati. I sindacati denunciano la mancanza di investimenti

PALERMO – Nel giorno della festa dei lavoratori a destrare grande preoccupazione sono i numeri diffusi dall’Istat, che parla di 69 mila persone in cerca di occupazione a Palermo, con il il tasso di disoccupazione che si attesta attorno al 18 per cento e che sale ad oltre 32 per i giovani.

Non sono solo questi i numeri, però che creano numerosi pensieri nei sindacati, giornalmente in prima linea per garantire la sicurezza, la giusta retribuzione corretta, il rispetto degli orari e degli standard di sicurezza per i lavoratori. Con queste preoccupazioni si festeggia, oggi, la festa dei lavoratori che, però, fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese a causa del caro bollette, del caro vita e non solo. 

“Oggi non è solo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, ma una giornata di lotta perché le ragioni che hanno portato le persone a Portella della Ginestra sono diverse e le ragioni sono mosse dai bisogno; bisogni cambianti negli anni, ma ci sono anche diritti inespressi – dichiara Mario Ridulfo segretario generale della Cgil – . Nell’ambito del lavoro c’è stata una regressione negli ultimi dieci anni ed è diventato insicuro. Dato che, purtroppo, fa rabbia. Nonostante le leggi e le parole, ogni giorno tre persone perdono la vita sul lavoro. Una media terribile. Noi abbiamo ancora tanti bisogni e tanti diritti da rivendicare“.

Mario Ridulfo
Mario Ridulfo

“La giornata dell’1 maggio non deve farci dimenticare il tema della sicurezza. Più volte abbiamo detto basta infortuni sul lavoro, basta incidenti. Questo basta è una parola facile da pronunciare, ma per esserci devono concorrere tante cose, tra queste: i controlli e la formazione, ma anche un modo diverso di agire tra tutti i soggetti che si occupano di sicurezza. La sicurezza non deve essere un costo per le azienda ma un vero investimento“ esclama Leonardo La Piana Segretario Generale Cisl Palermo Trapani.

Leonardo La Piana
Leonardo La Piana

La festa sì, ma “festeggiamo il lavoro senza lavoro. La costituzione è basata sul lavoro e questo si ignora – dichiara Luisella Lionti Segretaria generale della Uil Sicilia -. C’è molto lavoro nero, precario e mal pagato ma soprattutto non sicuro. Vogliamo venga dato valore al reddito, una famiglia che vive con un solo reddito, con il caro vita e il caro bollette, deve fare ricorso alla Caritas. Vogliamo lavorare per trovare le soluzioni, ma con la consapevolezza che non esistono le formule magiche. Occorre cambiare, ma il cambiamento deve essere voluto da tutti“. 

Luisella Lionti
Luisella Lionti

“Si parla di crisi ed è una cosa che tocchiamo con mano giornalmente – esclama Leonardo La Piana Segretario Generale Cisl Palermo Trapani -, l’inflazione sta mangiando il reddito delle persone. In un contesto così complicato dove non si rinnovano i contratti è difficilissimo parlare di sviluppo“. 

“Si parla di sicurezza ma questa non viene garantita. Mancano gli investimenti che portano lavoro. Non c’è un progetto di Paese, un progetto che faccia sentire la Sicilia parte del Paese, questo perché rimaniamo sempre fanalino di coda. Si parla di cambiamento, ma questo resta solo negli annunci e mai nei fatti – dice con un po’ di rabbia misto ad amarezza Luisella Lionti -. Si parla di rimodulazione delle risorse del Pnrr, ma la Sicilia non è stata in grado di presentare i progetti a causa di molte criticità. Adesso queste risorse ce le vedremo passare sotto il naso e saranno destinate al Nord Italia. Si parla di transizione energetica ma come pensiamo di parlarne se gli impianti non vengono rimodernati, non c’è un progetto di sviluppo e i giovani si vedono anche costretti ad andare via dalla Sicilia. I più fortunati hanno un posto precario o pagato veramente male“

“Il mondo del lavoro si è precarizzato, c’è stata una regressione provocata – spiega Mario Ridulfo segretario generale della Cgil -. Sono state cambiate le leggi, si è allungata l’età lavorativa, l’orario di lavoro è diventato flessibile, ci sono lavoratori a chiamata e sono tornati i voucher. C’è stata una volontà ferma di precarizzare il mondo del lavoro in tutti i settori. È diventato più difficile esercitare anche la funzione del sindacato di tutela e mettere insieme le persone e i loro bisogni, ma non ci arrendiamo“.

La disoccupazione è alle stelle “se mettiamo in conto tutto quello che si dice, ci rendiamo conto che le condizioni per creare il lavoro sono molto limitate – spiega La Piana -. Manca sviluppo e infrastrutture, per questo è complicato per le aziende investire nella nostra Isola. Si sta lavorando sulle Zes, per consentire dei nuovi insediamenti ma c’è un problema; in alcune questioni dovremmo avere una visione. Le aziende vogliono aderire alle Zes perché? – si chiede il segretario della Cisl Palermo Trapani -. Perché hanno un piano strategico o solo perché esiste la riduzione dal punto di vista fiscale? Sono due visioni completamente diverse. Abbiamo paura che gli interventi messi in campo non siano frutto di una visione condivisa di una idea complessiva dell’area metropolitana“.

“C’è moltissimo lavoro precario, anche nei pubblici uffici. Basta guardare nei comuni, che sono in dissesto, dove c’è gente da sempre con un contratto da precario che andrà in pensione con una pensione inferiore di quella sociale“ – conclude Luisella Lionti.

“Vorremmo capire una cosa – conclude La Piana -: si parla di creare il lavoro, ma come si deve creare? Non dobbiamo pensare che tutti i ragazzi non vogliono lavorare, spesso non vogliono accedere al lavoro perché le condizioni proposte non rispettano determinati criteri standard“.

“Nella nostra Isola abbiamo tante vertenze. Fanno notizia quelle dove c’è una notevole concentrazione medio alta di lavoratrici e lavoratori. Per esempio, si è parlato molto di Almaviva, quello doveva essere il lavoro del futuro, per molti anni lo è stato, poi è diventato un vero incubo. I lavoratori sono stati utili durante la pandemia, poi non sono più stati ritenuti tali. C’è molto cinismo in questo. Anche la tecnologia fa le sue vittime – conclude Ridulfo -. Ricordo che un giovane rider durante una consegna fu vittima di un incidente mortale e in maniera cinica l’app che regolava il suo rapporto di lavoro gli ha notificato il licenziamento. Questo rappresenta il lavoro legato alle nuove tecnologie. Il lavoro è stato dequalificato, ed è stato voluto da chi governa il nostro Paese“.


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