Fiat e Italtel: in mille per chiedere | l'intervento della Regione - Live Sicilia

Fiat e Italtel: in mille per chiedere | l’intervento della Regione

Fra i mnifestanti a palazzo dei Normanni
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Si sono ritrovati in tanti, questa mattina, davanti palazzo dei Normanni. L’operaio e l’ingegnere, il politico e il sindacalista, il laureato in matematica e il metalmeccanico. “Sarebbe stato bello se, come negli anni Settanta, ci fossero stati anche gli studenti” si sentiva commentare tra i manifestanti di Fiat e Italtel, dietro gli striscioni. “Sicuramente la pioggia non ci ha aiutato” commentava qualcun altro.

Di fatto, a scioperare contro la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, questa mattina, c’erano soltanto loro, le tute blu. Circa un migliaio, secondo gli organizzatori. Tante, le facce preoccupate. Preoccupati i cinquantenni, perché consapevoli che, in caso di chiusura dello stabilimento, saranno accompagnati dagli ammortizzatori sociali nel percorso pensionistico. Preoccupati i giovani, che hanno smesso di pianificare la propria vita in Sicilia, in vista di un probabile trasferimento al centro nord. Un attimo di festa c’è stato, questa mattina, tra gli operai: quando sono arrivati, con un’ora di ritardo, i pullman da Termini Imerese.

Ad attenderli, i colleghi dello stabilimento Italtel di Carini: altri 230 dipendenti “altamente professionalizzati” – precisa uno di loro, Filippo Lupo – che rischiano di perdere il lavoro a causa della chiusura dello stabilimento. “Italtel e Fiat sono accomunate – racconta Lupo – da un triste destino, a partire dal fatto che in entrambi i casi si tratta di cattedrali nel deserto: la Sicilia non offre altre opportunità lavorative alle nostre specifiche professionalità. L’unica alternativa sarebbe partire”.

Tra i rappresentati sindacali e dei partiti che hanno aderito alla protesta, Giovanna Marano, segretario regionale della Fiom Cgil, ha detto: “la Regione siciliana deve rispedire al mittente, in questo caso Marchionne, la sua arroganza. Bisogna invitare il governo Berlusconi, attraverso il ministro Scajola, a interrompere gli incentivi statali. Non è possibile che la Fiat prenda gli incentivi dallo Stato e poi decida di chiudere lo stabilimento”. E ancora, Mariella Maggio, segretario generale di Cgil Sicilia, giunta davanti a Palazzo dei Normanni insieme agli operai Fiat. “Il governo regionale – ha detto – deve ricordare a quello nazionale che esiste la Sicilia ed esiste una questione meridionale, della quale devono assumersi la responsabilità”. Saverio La Rosa, infine, vicesegretario regionale dei metalmeccanici Ugl, ha commentato: “il quadro è più generale e complessivo. Non riguarda solo la Fiat, ma anche Italtel e i Cantieri navali. Sembra che le aziende comincino a scappare dalla Sicilia perché presto finiranno i finanziamenti pubblici, ad esempio quelli di Agenda 2000″.

Nel corso della mattinata è arrivata anche la proposta di Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd, al governatore Lombardo: “esoneri gli operai in mobilità e in cassa integrazione dal pagamento dell’aliquota Irpef. I soldi che mancheranno dalle casse regionali – ha continuato lupo – saranno facilmente recuperati non incaricando soggetti esterni alla macchina amministrativa negli uffici di gabinetto degli assessorati”. Nel pomeriggio, in una seduta straordinaria dell’Assemblea regionale, i deputati discuteranno in sala d’Ercole il caso Fiat.


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