“Bugiardo, Pinocchio!”. I due epiteti del senatore Costantino Garraffa, siciliano doc nato a Palermo e parlamentare nelle file del Pd dal 2001, hanno segnato il culmine delle interruzioni al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che stava riferendo in Aula sulla chiusura, dal gennaio 2012, dello stabilimento Fiat a Termini Imerese. Garraffa ha fatto poi le sue scuse, ma non è arretratto di un millimetro rispetto alle critiche. La tensione in Aula a Palazzo Madama è rimasta alta, almeno fino a quando non è passata alla discussione sulla situazione nelle carceri. Per le sue interruzioni Garraffa non avevo atteso il passaggio del discorso in cui Scajola riferiva delle manifestazioni di interesse di gruppi stranieri per Termini Imerese. Al punto che il senatore leghista Sergio Divina, intuendo la piega che stava prendendo la situazione, aveva rintuzzato una prima interruzione del senatore Pd chiedenodgli se, per caso, non avesse avuto voglia di farsi un giro … Una frase neanche troppo ellittica. Le intemperanze e le tensioni sono state tutte di origine siciliana. Perché siciliani, e piemontesi, sono stati gli oratori in Aula: le due aree in questo momento Fiat-dipendenti. Siciliani sono Garraffa e il collega di partito Giuseppe Lumia, così pure il presidente del gruppo Udc Gianpiero D’Alia, mentre piemontese il pidiellino Enzo Ghigo. Per non dire del senatore Antonio Battaglia, del PdL e che a Termini Imerese è nato. Di Palermo il senatore dell’IdV Fabio Giambrone. Siciliano Domenico Nania, presidente di turno dell’Assemblea visto che il presidente del Senato e non meno siciliano Renato Schifani era impegnato nell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
La fotografia sullo stato dell’arte fatta dal ministro dello Sviluppo è stata apprezzata dalla maggioranza e contestata in termini vivaci dalle opposizioni. Non senza manifestazioni di fair play istituzionale. Come nel caso del senatore palermitano dell’IdV Fabio Giambrone che si rivolge a Scajola sul filo del galateo parlamentare. “Signor Ministro, noi siamo molto preoccupati per le sue parole – ha detto Giambrone – e per le sua relazione, che in troppi passaggi troviamo assai debole, assai approssimativa e molto imbarazzante; glielo voglio dire con molta franchezza, nel rispetto dei ruoli istituzionali”. Parole che hanno aperto la strada a un rasserenamento degli animi. Di lì a poco sono giunte le scuse del senatore Garraffa. “Devo chiedere scusa, Presidente, per le intemperanze e devo ringraziare la Capigruppo, per questa possibilità di incontro con il ministro dello Sviluppo economico. Possiamo ascrivere comunque anche all’impegno del Pd e dei partiti di opposizione la sua presenza oggi, signor Ministro, in quest’Aula”. Rimane la durezza dei giudizi perché “le balle sono balle!”. E per non lasciare spazio ad equivoci, aggiunge: “E’ assordante il silenzio del governo sulle scelte di Marchionne. Questo esecutivo sulla Fiat vale quanto il 2 di coppe quando briscola é denari”. Non è meno tenero il giudizio sull’ad di Corso Marconi che Garraffa apostrofa come “smemorato di Detroit” e “un ingrato” rispetto agli “operai e lavoratori che hanno dato lustro alla casa torinese, gente orgogliosa che vuole che la Fiat non scappi dal tavolo. Noi del Pd – aggiunge – saremo al loro fianco perché meritano una sorte migliore”. (Ansa)