"Fin quando ci sarà povertà non sarà un Paese civile" - Live Sicilia

“Fin quando ci sarà povertà non sarà un Paese civile”

Monsignor Luigi Renna ha preso ufficialmente possesso dell'Arcidiocesi.

CATANIA – “Vengo a Catania da pellegrino e mi sento già cittadino; da oggi sono catanese come voi. Ma rimarrò in qualche modo sempre straniero”. Monsignor Luigi Renna, il vescovo venuto dalla Puglia, ha preso possesso ufficialmente della cattedra catanese. Al suo fianco c’era un commosso Salvatore Gristina che, da oggi pomeriggio, è diventato emerito. Davanti: la cattedrale di Catania, colma fino all’orlo. Sarebbero potuti essere di più i fedeli stipati all’interno della Basilica. Causa Covid, però, si è preferito ricorrere agli inviti anche per le due sale disposte nella Badia e nel Museo diocesano, dove due schermi trasmettevano la celebrazione in diretta streaming. Nonostante le ristrettezze, le campane del centro hanno suonato a distesa, inaugurando così una nuova stagione.

La patria cristiana

“Se uno è cristiano – ha spiegato Renna durante l’omelia – considera ogni angolo della terra la sua patria, e ogni uomo o donna che incontra in essa, compagno nel cammino: non esistono luoghi estranei per i figli di Dio! Ogni patria però è straniera perché è sempre piccola cosa rispetto al Regno di Dio che non ha confini e che è proiettato alla Gerusalemme celeste, il paradiso. Per questo motivo per noi credenti non dovrebbero esistere il campanilismo, la discriminazione, il disprezzo per le altre culture, perché siamo cittadini del Regno di Dio, ospitali verso ogni uomo ed ogni donna che abita la Terra”.

Un’omelia lunghissima, oltre le 18mila battute. Un testo dal forte contenuto teologico. Utile a spiegare perché la prima messa pubblica a Catania sia stata celebrata tra i detenuti, giovani e adulti, del carcere di Bicocca: “Volevo che tra le prime persone ad accogliermi – ha detto – ci fossero quelli che  hanno bisogno di considerazione e cura, i primi nel Regno dei cieli, a cui non vorrei che il volto della Chiesa catanese rimanesse estraneo”.

Il volto laico

Monsignor Renna ha proposto un volto laico parlando, invece, alle autorità convocate riservatamente appena prima di presiedere la celebrazione eucaristica pomeridiana. Prima di lui, è stato Roberto Bonaccorsi, capo dell’Amministrazione comunale, ad accoglierlo. “Quando la comunità cristiana rilegge la Carta costituzionale, vi ravvisa tanti aspetti di umanità che vorremmo fossero patrimonio culturale di ogni espressione del nostro vivere civile”, ha detto Renna rivolgendosi ai sindaci etnei.

“È impressa ancora vivamente nel mio ricordo – ha aggiunto il nuovo arcivescovo – la conferenza tenuta da Giuseppe Dossetti, già padre costituente, nell’Ateneo barese, nel quale la sua vice flebile richiamava alla stagione in cui l’Italia, dopo la barbarie della guerra, si era data un nuovo corso, fatto di principi, di diritti, di doveri condivisi”.

L’ammonimento

Ed è sulla scorta dei comuni valori democratici che Renna ha richiamato le autorità a una missione che non è soltanto burocratica, ma umana: “Fin quando non risolveremo il problema delle povertà nelle nostre città – ha detto – non potremo dirci un Paese davvero civile”.


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