Dieci giorni per trovare un accordo | O sarà via libera ai tagli - Live Sicilia

Dieci giorni per trovare un accordo | O sarà via libera ai tagli

Entro il 10 aprile i sindacati proveranno a trovare un'intesa con governo e Aran. Se ciò non avverrà, rimarrà intatto il "pacchetto" di interventi destinati al pubblico impiego I lavoratori della Regione potranno andare a "popolare" anche Sicilia e-Servizi. (Nella foto un'immagine dell'ultima protesta dei regionali di fronte a Palazzo d'Orleans).

PALERMO – È iniziato il conto alla rovescia. Ma i tagli, intanto, sono tutti lì. Riduzione del numero dei dirigenti e degli uffici. Adeguamento alle norme statali sulle pensioni. Accorpamento di alcuni enti. I tagli, sono tutti lì. E il tempo stringe. Entro il 10 aprile sindacati e governo dovranno trovare un accordo di fronte all’Aran sugli interventi destinati al pubblico impiego. Altrimenti resterà tutto com’è. Resterà intatta, salvo gli interventi a Palazzo dei Normanni, la più corposa “sezione” della Finanziaria di Crocetta e Baccei. Quella che punta a cambiare il volto dell’amministrazione regionale e che è arrivata, insieme al resto della legge di stabilità, martedì scorso in commission bilancio all’Ars. Dieci giorni quindi, a partire da oggi, per trovare un accordo. Trenta giorni, a partire da oggi, per approvare un bilancio che ancora non esiste. E una legge di stabilità nella quale sono presenti interventi “massicci” soprattutto nei confronti della burocrazia. A cominciare dai Forestali siciliani.

Forestali: tagli e prepensionamenti

Intanto si parte da un numero. Il numero dei Forestali della Regione siciliana, dati del 2014, sono 24.473. Solo la minima parte (1.353) sono assunti a tempo indeterminato. Tutti gli altri hanno invece contratti a termine. Anzi, a “giornate”: 78, 101 e 151 giorni di lavoro. L’obiettivo del governo, entro il 2017 è quello di giungere al numero di 21.212. Circa tremila lavoratori quindi dovrebbero andare a casa, attraverso lo strumento del pre-pensionamento che consentirebbe di accedere alla pensione al compimento del 63esimo anno d’età. Una operazione che consentirebbe, stando alle stime della Ragioneria centrale, un risparmio di 6,2 milioni di euro già quest’anno e un taglio alle spese di circa 10 milioni alla fine del triennio. Altri risparmi arriveranno dalla riduzione del “rimborso chilometrico”. Se oggi infatti gli operai forestali possono spingersi, per lavoro, fino a 30 chilometri dalla sede, la Finanziaria abbassa quel limite a 10 chilometri, salvo specifiche autorizzazioni. Questo intervento porterebbe a un risparmio persino maggiore rispetto ai pre-pensionamenti: circa 11 milioni di euro. Tra l’altro è prevista la riduzione del 20% dell’utilizzo dei lavoratori per gli interventi di “antincendio boschivo”. Un taglio che consentirà di risparmiare circa 3 milioni corrisposti come “indennità speciale di rischio”. Prepensionamenti previsti anche per i lavoratori dei Consorzi di bonifica (potrebbero andare via in 58) e dell’Ente sviluppo agricolo (altri 84 lavoratori). Il risparmio portato da questi due interventi sarebbe superiore ai 2,2 milioni di euro. A proposito dei Consorzi di bonifica, il governo prevede che questi enti, ai quali la Regione corrisponde ogni anno una consistente somma per “integrare” i propri bilanci (nel 2014 è stata pari a oltre 53 milioni), debbano raggiungere, entro il 2019 l’autosufficienza: il contributo verrà via via ridotto. Prevista infine anche l’incorporazione all’interno dell’Esa dell’Istituto di incremento ippico e dell’Istituto zootecnico.

I tagli al personale

Ma il capitolo più “spinoso” è quello relativo ai provvedimenti destinati al personale regionale che hanno già scatenato una manifestazione di fronte a Palazzo d’Orleans e a uno sciopero portato avanti solo da Cgil e Uil, dopo la spaccatura del fronte sindacale in seguito alla firma di un protocollo d’intesa tra il governo e le sigle. Un protocollo che rimanda all’Aran la concertazione su quelle norme. Ma con una intesa di massima: se in quella sede si troveranno soluzioni migliorative o alternative ai provvedimenti del governo, verranno introdotte in Finanziaria. Altrimenti, il testo rimarrà com’è. Un “pacchetto” che, nell’idea dell’esecutivo, punta a cambiare il volto all’amministrazione regionale. Un volto che dovrà apparire certamente molto “dimagrito”. Grazie ai pre-pensionamenti, anche in questo caso. Il governo ha individuato in 2.300 le unità di personale che potranno lasciare l’organico della Regione tra il 2015 e i 2020. così, la dotazione organica dovrebbe cambiare sensibilmente, giungendo al dimezzamento delle postazioni dirigenziali che diventeranno 850, mentre il personale non dirigenziale dovrà scendere dai 15.600 ai 13.500 dipendenti. Un comma prevede anche il potere di istituire nuove Unità operative di base (gli uffici di livello più semplice con un dirigente al vertice) passi nelle mani del presidente della Regione (fino a oggi questo potere è attribuito ai dirigenti generali).

La norma prevede inoltre il divieto di nuove assunzioni anche per il 2016, mentre viene abolita la clausola di salvaguardia. Uno strumento considerato anacronistico anche nei recenti giudizi di parifica della Corte dei conti: il dirigente che viene sollevato da un incarico non avrà più diritto a riceverne un altro dal valore economico equivalente. Torna nel cassetto, almeno per i dirigenti, anche il famigerato “atto di interpello”, tramite il quale l’amministrazione deve operare per reperire un dipendente idoneo a ricoprire una posizione. Il dirigente potrà essere inviato “d’ufficio” in una specifica postazione. Inoltre un pacchetto di norme punta a ridurre congedi per malattia, congedi parentali, permessi retribuiti (solo tre per anno solare), aspettative, distacchi e permessi sindacali. La “linea” è quella di armonizzare queste norme con quelle statali, così come accadrà per il calcolo delle pensioni. Il “blocco” dei rinnovi contrattuali, invece, dovrebbe portare a un risparmio di circa 6,4 milioni di euro.

Chiude il Garante dei detenuti, si “ripopola” Sicilia e-Servizi

L’abolizione della figura del Garante dei detenuti dovrebbe portare invece a un risparmio di 76 mila euro annui. Le funzioni passeranno all’Assessorato alla Famiglia. E mentre viene archiviata l’esperienza dell’Ufficio del garante, ecco che potrebbe ricevere un nuovo impulso una società che, circa un anno fa, era poco più che “moribonda”. Adesso, a Sicilia e-Servizi, azienda dapprima liquidata, poi risollevata, potrebbero andare a lavorare anche i dipendenti regionali. Una norma, infatti, prevede, a meno di due anni dalla sua istituzione, la chiusura dell’Ufficio speciale per l’informatica. Nato proprio per “internalizzare” quelle funzioni. L’Ufficio chiuderà i battenti il 31 dicembre 2015. Da quel momento, i regionali potranno essere inviati in assegnazione temporanea all’azienda ormai completamente pubblica. Per rilanciare una società “ripopolata” anche dai dipendenti dell’ex socio privato. Assunzioni che hanno portato a una indagine della Procura della Corte dei conti a carico, tra gli altri, del presidente Crocetta e dell’ex pm Ingroia. Adesso, insieme a quelli, potranno arrivare anche i regionali a rilanciare una società che, da Lombardo a Crocetta, periodicamente muore e rinasce.


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