Finanziaria, intese, rimpasto | Verso un nuovo modello Sicilia - Live Sicilia

Finanziaria, intese, rimpasto | Verso un nuovo modello Sicilia

Durante il suo intervento in Aula, il governatore ha ancora una volta aperto al Nuovo centrodestra: "Dovrei dire di no solo perché qualcuno parlerebbe di inciucio?". Ma precisa: "Nessuno pensi alla 'cogestione'". I Drs: "Una buona notizia". Mentre Forza Italia ironizza: "Il presidente della Regione è come le profumiere di una volta: promette, ma non darà nulla".

Crocetta e la maggioranza
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PALERMO – “Se il Nuovo centrodestra mi chiede di partecipare a un vero progetto di riforma, perché dovrei rispondere di no?”. Il presidente della Regione sceglie il luogo più “istituzionale possibile” per rilanciare l’idea delle “larghe intese”. A Sala d’Ercole, durante la discussione introduttiva a bilancio e Finanziaria, infatti, il governatore ha lanciato un nuovo segnale al centrodestra alfaniano. E così, l’idea di una maggioranza rafforzata dagli ex pidiellini inizia davvero a prendere forza.

“Noi – ha detto Crocetta durante il suo intervento in Aula – abbiamo una responsabilità non solo nei confronti del presente, ma soprattutto rispetto alla storia. Questa finanziaria non sarà epocale, ma introduce chiari elementi di rottura. Qualcuno oggi parla addirittura di andare alle elezioni. Ma io chiedo: c’è qualcuno davvero che pensa di poter avere una possibile maggioranza, tornando al voto?”. Quindi, ecco l’apertura: “Forse – ha proseguito Crocetta – è meglio che tutti facciano uno sforzo di umiltà e si inizi un confronto serio. Per capirci, se c’è un partito che apre alle riforme, dovrei dire di no solo perché qualcuno parlerebbe di inciucio? Poi, chiunque voglia prendere le distanze, lo faccia. Qualcuno pensa che Crocetta faccia schifo? Bene. Non dialoghi con me. Ma io non penso di essere il peggior presidente della storia della Sicilia”.

Così, ecco tornare prepotente l’ipotesi di “larghe alleanze”. Del resto, il voto sulle proroghe ai commissari delle Province, aveva lasciato l’immagine di una maggioranza divisa. Dilaniarta dal voto segreto e dai franchi tiratori. E l’idea che il governatore non potesse più davvero contare solo sui partiti che al momento sostengono l’esecutivo. Così, ecco l’incontro con i leader alfaniani di Sicilia, e il “rilancio” della senatrice Vicari: “Pronti anche ad assumerci responsabilità di governo”.

Che si traduce in una parola. Odiata più o meno da tutti: rimpasto. Un’idea in qualche modo rafforzata da alcune recenti vicende tutte interne alla giunta. Proprio ieri, infatti, il governatore ha, di fatto, sconfessato l’assessore ai Beni culturali Sgarlata sulla chiusura domenicale dei Beni culturali siciliani, ha tolto dai capitoli dell’assessorato alla Famiglia guidato da Ester Bonafede fondi del bilancio, trasferendoli alla Sanità, mentre, al di là delle smentite di rito, i rapporti con l’assessore all’Energia Nicolò Marino, dopo l’affaire Eolico non sono più così sereni.

Un rifacimento massiccio della giunta, quindi, nei prossimi mesi potrebbe aprire anche al centrodestra. Ma su questa ipotesi, il governatore è più cauto: “Aprire a un necessario dialogo – ha detto Crocetta – non significa sottoscrivere accordi di potere. Esiste il governo ed esiste l’opposizione. Questa è la democrazia. Insomma, non si sta parlando della possibilità di una ‘cogestione’ col centrodestra”. Nessun governo “ibrido”, quindi. Almeno per il momento: “Prendo solo atto – ha aggiunto il governatore – che il centrodestra abbia scelto di agire con spirito costruttivo. E del resto, più volte io ho lanciato un generalizzato appello alle forze politiche intenzionate a lavorare davvero alle riforme. Ma finora, l’appello è puntualmente caduto nel vuoto. Se sono più ottimista stavolta? Diciamo che ‘voglio’ essere più ottimista”. L’ottimismo di Crocetta, tra l’altro, può tornare molto utile in questo preciso momento. A tenere buone, ad esempio, le rivendicazioni degli esponenti di maggioranza. Anche in vista della discussione dei documenti contabili. Come dire: “Non tirate troppo la corda, perché c’è già chi è pronto a sostenere il governo”. Un po’ lo stesso “incentivo alla coesione” rappresentato dal congelamento delle nomine dei manager della Sanità. Sembravano pronte qualche settimane fa. Ma il presidente ha voluto vestire i panni del temporeggiatore. E giocare anche questa carta in vista dei prossimi – immaginiamo intensi – colloqui.

E l’apertura del governatore sta già innescando una serie di reazioni. Anche nella maggioranza. Dove l’ipotesi di dialogo “ampio” è apparentemente apprezzata, ad esempio, dai Drs, che, dopo la “viva soddisfazione” nei confronti delle parole dei leader del Ncd, espressa ieri da Beppe Picciolo, oggi precisano: “La maggioranza non si sta allargando”. “Attorno al governo Crocetta – ha detto infatti Marco Forzese – c’è una maggioranza e una coalizione ben definite. I gruppi di maggioranza hanno il dovere di sostenere le riforme, ma è evidente che queste si approvano in parlamento magari anche con il contributo delle opposizioni. In questa logica il supporto alle riforme che potrebbe dare il Nuovo centrodestra di Alfano è ben accolto. Da questo a pensare che la maggioranza si possa allargare – ha proseguito il deputato – c’è una bella differenza. Nessuno ha mai chiesto alle opposizioni di entrare nel governo. Il presidente Crocetta è consapevole dell’appoggio che gli viene dato dai gruppi che all’Ars lo sostengono e per questa ragione – ha concluso Forzese – ha solamente immaginato un coinvolgimento di tutto il parlamento sulle riforme, e non altro”.

Nessun “modello romano”, per intenderci. E così, l’apertura di Crocetta agli alfaniani viene eletta con un pizzico di ironia dagli “ex amici” di Forza Italia: “Penso – ha dichiarato Marco Falcone – che sia un errore madornale e in controtendenza al sentire comune l’idea, manifestata da alcuni esponenti del Nuovo Centro Destra, di sostenere Crocetta e la sua coalizione, addirittura ipotizzando persino una responsabilità diretta nello stesso governo. Il Nuovo Centro Destra – ha continuato Falcone – anche se si è staccato dal Pdl-Forza Italia, rimane comunque un partito alternativo alla sinistra e ai suoi governi, ne’ l’esperienza governativa romana può essere considerata più di un momento di transizione, dettato da una situazione emergenziale. Aldilà, comunque, della transitoria comunanza romana – ha concluso il parlamentare di Forza Italia – forse qualcuno vuole illudersi, ma dimentica che in Sicilia vi è una specificità politica tutta locale che si chiama Crocetta e ricorda molto le antiche profumiere che esercitavano una particolare influenza senza poi mai arrivare a una concreta conclusione”.


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