Tregua armata nei Cinquestelle | Trizzino e La Rocca coi 'ribelli' - Live Sicilia

Tregua armata nei Cinquestelle | Trizzino e La Rocca coi ‘ribelli’

Giampiero Trizzino

Salta l'assemblea convocata per fare luce sul caso. Spunta un'altra lettera contro i big nazionali

Palermo, il giallo delle firme
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PALERMO – Tregua armata nel Movimento 5 stelle palermitano: l’assemblea convocata per questa sera, con l’obiettivo di fare luce sul giallo delle presunte firme false, è stata disdetta ma gli attivisti locali che avevano promosso l’iniziativa incassano il sostegno di due big pentastellati: i deputati regionali Giampiero Trizzino, ex presidente della commissione Ambiente di Palazzo dei Normanni, e Claudia La Rocca. “Problematiche operative”, è la motivazione ufficiale espressa da Adriano Varrica, il promotore dell’incontro, sul forum dei Cinquestelle palermitani. In realtà il clima teso degli ultimi giorni ha convinto buona parte degli iscritti a tenere in freezer i propositi di guerra rispetto al gruppo dei deputati nazionali, visti come i responsabili di una vicenda che sta mettendo in crisi il Movimento in vista delle Amministrative.

Il gruppo legato a Varrica rinuncia per il momento alla resa dei conti pubblica con i ‘fedelissimi’ legati a  Loredana Lupo, Riccardo Nuti, Chiara Di Benedetto, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, ma ottiene un sostanziale via libera al confronto da parte dei due big del movimento all’Ars che predicano prudenza. Per Trizzino il confronto pubblico resta “un fatto dovuto e assolutamente condivisibile”, ma il clima che si sta creando “potrebbe non aiutare”. Poche parole ma che segnano  una distanza con il gruppo dirigente palermitano che siede a Montecitorio. Una lontananza ancora più evidente nelle parole di La Rocca: “Comprendo e condivido assolutamente l’esigenza di un momento di chiarimento – afferma in un post -, allo stesso tempo ritengo che le cose vadano fatte nel momento opportuno”. Interventi che gettano acqua sul fuoco ma che evidenziano una sostanziale differenza d’atteggiamento rispetto alla chiusura registrata dai pentastellati della Camera. Da La Rocca, inoltre, arriva anche la difesa di Varrica che risulta tra gli ideatori della lettera, non ancora spedita, a Beppe Grillo e Davide Casaleggio sul caso Palermo: “Non ci trovo nulla di male nell’elaborare un testo per poi proporlo in assemblea”. 

Nella lettera, anticipata da Livesicilia, inviata anche al vice presidente della Camera Luigi Di Maio, viene evidenziata l’assenza di “risposte credibili” e l’atteggiamento “sfuggente” rispetto a quanto rivelato dal servizio de ‘Le Iene’. Da qui l’auspicio di un “gesto maturo e responsabile” da parte del gruppo dirigente palermitano invischiato nella vicenda. In alternativa si chiede a Grillo, Casaleggio e Di Maio di adottare “gli opportuni provvedimenti” che possano separare “in modo chiaro e netto” le responsabilità.

*Aggiornamento ore 18.30
“Dopo le polemiche sulle presunte firme false nella lista per le comunali del 2012 a Palermo, è stato predisposto un documento nel quale insieme a una quarantina di attivisti storici e nuovi iscritti al M5s chiediamo la sospensione dei parlamentari Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Claudia La Rocca e di estromettere dalle comunarie Samanta Busalacchi e Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale Loredana Lupo, quest’ultimo per evitare ‘parentopoli'”. Lo dice Massimo Trezza, attivista palermitano dal 2013 e membro del gruppo quinta circoscrizione, parlando di una seconda lettera messa a punto da una corrente dei Cinquestelle palermitani estranea al gruppo che fa riferimento a Varrica. “Stasera alla riunione avremmo voluto presentare il documento – dice Trezza, le cui parole sono riportate da un lancio dell’agenzia Ansa- Non escludo che la riunione sia saltata per evitare di entrare nel merito della nostra richiesta. E’ da tempo che nel M5s a Palermo non c’è libera partecipazione: è stato ridotto a un club esclusivo e non a un movimento inclusivo. Non condanno nessuno, a me interessa il bene del movimento che si apra a quante più persone possibile, ma credo che dopo il caso sollevato questi parlamentari debbano mettersi da parte per correttezza. Non possiamo accettare che sia Nuti a vagliare i curricula per le comunarie”. “econdo la ricostruzione fatta dai servizi de Le Iene – dice Trezza – emergerebbe una responsabilità, di Mannino e Busalacchi, sul caso delle presunte firme false, mentre La Rocca è citata a proposito di uno scambio di e-mail tra attivisti aventi a oggetto proprio la raccolta firme. La richiesta di sospensione per Riccardo Nuti è motivata perché allora era il responsabile della raccolta firme per il M5s e candidato a sindaco a Palermo”. “Sarebbe una scelta consequenziale – conclude – a preservare sia i parlamentari che l’intero movimento. Loro per primi avrebbero dovuto fare chiarezza”.

A proposito di questa seconda lettera, fonti del meet-up di Palermo smentiscono l’esistenza di un “fantomatico documento” col quale si chiederebbe la sospensione dal movimento di tre deputati sul caso delle presunte firme false. “Se davvero esistesse un documento del genere – aggiungono le fonti – non sarebbe in alcun modo espressione degli attivisti di Palermo. Evidentemente c’è qualcuno con qualche mal di pancia antico che sta cercando di strumentalizzare il momento attuale”. Infine, a tarda sera, l’Ansa precisa: un documento è circolato, ma non ci sarebbe alcuna firma di attivisti e simpatizzanti e non si fa alcun riferimento al deputato regionale Claudia La Rocca. Si tratta di una iniziativa di una singola persona che avrebbe voluto presentare il documento nel corso della riunione del meet-up prevista per questa sera e poi annullata.


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