Fisco, annullato accertamento da un milione alla Mondialpol - Live Sicilia

Fisco, annullato accertamento da un milione alla Mondialpol

I giudici tributari hanno rigettato la pretesa dell'Agenzia delle entrate
LA DECISIONE
di
2 min di lettura

PALERMO – Il credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo spettava. La corte di giustizia
tributaria di Palermo ha annullato un avviso di accertamento di oltre un milione a carico della Mondialpol Security, difesa dagli avvocati Alessandro Dagnino, Antonino Calcò e Claudio La Valva dello studio Lexia Avvocati.

Vittoria in sede tributaria


I giudici tributari hanno rigettato la pretesa dell’Agenzia delle entrate che con l’atto richiedeva la restituzione dei crediti di imposta utilizzati dall’operatore economico del settore della vigilanza negli anni 2018, 2019 e 2020.
Per l’Agenzia sarebbero mancati i requisiti per ottenere il credito. La Mondialpol Security aveva, infatti, portato in deduzione le attività di sviluppo del Gps come sistema di geolocalizzazione delle guardie giurate previsto da un progetto di ricerca redatto dalla stessa società e dall’università di
Palermo.

La tesi dell’agenzia delle entrate

Per l’amministrazione finanziaria, però, questa attività non dava diritto al credito perché le spese per la loro realizzazione difetterebbero dei requisiti di “novità, creatività, incertezza, sistematicità, trasferibilità e riproducibilità” e rappresenterebbero “mere attività tese all’incremento della competitività dell’azienda attraverso processi più efficaci ed efficienti” non apportando “alcun contributo all’avanzamento delle conoscenze generali e quindi al beneficio per l’intera economia che dovrebbe qualificare, invece, un’attività di ricerca e sviluppo”.

L’interpretazione

Alla base di questa interpretazione degli uffici erariali sono state addotte circolari ministeriali e dell’Agenzia delle entrate. Documenti tutti non pubblicati nella gazzetta ufficiale e dei quali non può pertanto presumersi la legale conoscenza da parte dei cittadini. Inoltre, l’atto di recupero si basava sul cosiddetto “manuale di Frascati”, una sorta di “bibbia” in tema di ricerca e lo sviluppo che, però, secondo la corte di giustizia tributaria palermitana, non ha la “‘valenza generale che il Mise e l’agenzia delle entrate gli vorrebbero attribuire”.

Ricostruendo il quadro normativo delle norme legislative e secondarie pubblicate in Gazzetta, il Collegio, composto da Carlo Lo Monaco (presidente e relatore), Santo Ippolito e Salvatore Bona (giudici componenti), ha giudicato, quindi, del tutto corrispondenti ai requisiti di legge le spese portate in detrazione.

Il commento

“La pronuncia del Corte di giustizia tributaria è particolarmente innovativa – commenta l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino – in quanto, ricostruendo il quadro delle regole in vigore, i giudici non riconoscono efficacia vincolante ai tanti atti delle amministrazioni pubbliche che spesso vengono citati negli atti di recupero dei crediti d’imposta e che hanno finito per restringere, contro lo spirito della legge, le tipologie di attività di Ricerca e sviluppo agevolabili, limitandole alle innovazioni di livello globale. Si chiarisce, infatti, che l’innovazione deve essere intesa a livello di singola azienda e si apre così una strada importante per la contestazione da parte delle imprese di numerosi atti di recupero dei crediti fondati su meri atti di indirizzo dell’Amministrazioni, privi di forza di legge”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI