Forconi, riparte la protesta | "Da Palermo un nuovo vespro" - Live Sicilia

Forconi, riparte la protesta | “Da Palermo un nuovo vespro”

Il sit-in a Palermo (al centro Calvani e Morsello, foto Lo Porto)

di GIADA LO PORTO In Sicilia anche il leader nazionale Danilo Calvani, in rotta con Mariano Ferro: "Non ci sono capi e capetti, ma un intero popolo che si è stufato. Via la classe politica entro il 9 gennaio, o daremo il via a nuove e grandi manifestazioni".

sit in alla regione
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PALERMO – Si riaccende la protesta dei Forconi, o almeno di una parte del movimento. E così, questa mattina, Palermo si è svegliata con un sit-in fisso in piazza Indipendenza, di fronte la sede della presidenza della Regione. Lì un gruppo di manifestanti, appartenenti all’ala ‘dura’ del movimento, si è dato appuntamento di buon ora. “Il presidio – spiegano i presenti – durerà fino a sabato. “Tutto è andato in malora – dicono -. Le aziende sono fallite, così come le piccole medie imprese, le famiglie sono ormai sul lastrico a causa della mancanza di lavoro e così, di certo, non si può andare avanti”. Il nuovo anno dunque è appena iniziato ma il clima nel capoluogo siciliano si preannuncia già infuocato.

Sono stati circa un centinaio gli apaprtenenti al movimento giunti in piazza per “ribellarsi al sistema” e prendere parte a quello che è stato denominato “Il nuovo vespro”. “Da Palermo – interviene Martino Morsello, autoproclamatosi leader dei Forconi ma da sempre in rotta con l’altra figura carismatica, Mariano Ferro – sono partite tutte le rivoluzioni più importanti, tra cui quella dei Vespri siciliani a cui ci siamo ispirati. Vogliamo buttare fuori dalle poltrone questa classe politica che in più di vent’anni non ha saputo far altro che distruggere il tessuto sociale-economico del nostro Paese”.

Grande attesa nel corso della mattinata per l’annunciata presenza di Danilo Calvani, leader del Coordinamento 9 dicembre, che da Pontinia è giunto in Sicilia. “Abbiamo lanciato un ultimatum a questa classe politica che non rappresenta più il popolo italiano – dice Calvani al suo arrivo -. Se entro il 9 gennaio in maniera autonoma e spontanea non se ne andranno dalle nostre istituzioni, continuando ad occupare i posti ‘abusivamente’, senza il minimo consenso popolare, dal 10 riprenderemo la lotta con azioni forti e incisive in tutta Italia. Non possiamo più accettare che questo Paese, culla della civiltà occidentale, possa essere rappresentato da parassiti che rappresentano la peggior classe politica della storia della nostra Repubblica. se non dovessero andare via ci saranno grosse mobilitazioni in tutta Italia e una manifestazione ancora più forte il 18 gennaio. Andremo a oltranza e in crescendo – conclude -. La gente è stanca e ormai è decisa a scendere al nostro fianco”.

L’iniziativa di oggi, dunque, sancisce ulteriormente la ‘rottura’ con Mariano Ferro, proprio nella sua Regione. Ma Calvani tiene a puntualizzare: “Il movimento non è Calvani, Ferro o altro, il movimento è la gente, il popolo. Qui non ci sono capi o capetti, ci sono le famiglie che si sono stufate dal basso di questi personaggi e sta reagendo. Se qualcuno fa delle retromarce, però, deve spiegarlo e argomentarlo al popolo”.


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