Formazione, gli Enti: "La Regione riveda circolare sui quarti anni" - Live Sicilia

Formazione, gli Enti: “La Regione riveda circolare sui quarti anni”

Per gli enti "il bando finisce per favorire gli enti più grandi"
SCUOLE PROFESSIONALI
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PALERMO – “Sui corsi di istruzione e formazione, i corsi professionali alternativi alla scuola tradizionale, continua il rischio oligopolista e cioè che due o tre enti fagocitino le risorse di tutti i bandi, sbaragliando la concorrenza e portando tutti gli operatori più piccoli, una ventina circa, alla chiusura”. A denunciarlo sono le associazioni di categoria del settore della formazione Federterziario, Cenfop, Forma, Forma.Re, Anfop e Asef commentando la circolare della Regione recentemente pubblicata per il finanziamento dei quarti anni Iefp e in particolare il tetto di dotazione finanziaria attribuibile a un solo ente stabilito nella misura del 30 per cento.

“Così concepito – spiegano le associazioni di categoria – il tetto limite del 30% è pressoché inutile perché non contrasta il rischio di accentramento delle risorse economiche in capo taluni pochi enti ne l’abuso di posizione dominante di quest’ultimi a svantaggio del resto della platea di scuole professionali. D’altronde, con questo parametro, appena tre Enti potrebbero assorbire il 90% di tutte le risorse controllando l’offerta formativa scolastica”.

Poi proseguono: “Per avere una funzione effettiva, in termini mutualistici tra i soggetti gestori, nonché di pluralità dell’offerta formativa, è necessario che la clausola che fissa il tetto massimo scenda di percentuale, ad esempio al 5 per cento. In questo modo – continuano Federterziario, Cenfop, Forma, Forma.Re, Anfop e Asef – la concorrenza sarebbe sulla qualità dell’offerta formativa mentre così si rischia di assistere a un mercato in cui lavora chi, avendo più forza economica può offrire più benefit ai futuri allievi. Tutto questo è inaccettabile”.

“Chiediamo quindi – concludono i rappresentanti degli enti – che la Regione torni sui suoi passi e riscriva il bando abbassando il tetto massimo di risorse assegnabili rispettando in tal senso la legge regionale che individua come interesse pubblico da tutelare l’interesse la più ampia partecipazione degli operatori di settore e la più ampia diversificazione dell’offerta formativa”.


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