Forte in pole per il dopo-Romeo| I nomi per il ruolo di arcivescovo - Live Sicilia

Forte in pole per il dopo-Romeo| I nomi per il ruolo di arcivescovo

Papa Francesco con il cardinale Paolo Romeo (Foto d'archivio)

L'arcidiocesi di Palermo si prepara alla nomina di una nuova guida. Il vescovo di Chieti è dato come favorito, ma non si esclude nemmeno un siciliano.

PALERMO – C’è il teologo caro a Papa Francesco, il presule antimafia, il possibile outsider proveniente direttamente dalla curia romana o il siciliano che verrebbe, così, promosso alla sede più prestigiosa dell’Isola, quella che per secoli ha garantito (ma non è detto che continui a farlo) la berretta cardinalizia. Sono aperti i giochi per la successione a Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, primate siciliano e cardinale, che il prossimo 20 febbraio compirà 77 anni. Praticamente due in più rispetto al limite imposto dal Codice di diritto canonico, ed è per questo che ormai si rincorrono, in città come nella Capitale, le voci su chi ne prenderà il posto.

Andiamo ai nomi. In pole position c’è Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto: fine teologo napoletano, 65 anni appena compiuti, è da tempo dato ormai in procinto di una promozione. Palermo, come detto, è una sede tradizionalmente cardinalizia, così come Bologna dove Carlo Caffarra è già al secondo anno oltre i 75. Forte, esponente dell’ala più progressista della chiesa, ovvero quella che per lungo tempo è stata guidata nella Penisola da Carlo Maria Martini, godrebbe di grande considerazione in Vaticano grazie a una particolare intesa con il pontefice argentino. Forte, del resto, è stato uno degli uomini-chiave dell’ultima fase sinodale ed è stato soprattutto l’autore della controversa relatio che ha parlato di aperture ai divorziati e agli omosessuali, scatenando una mezza rivolta fra i cardinali. Il presule non è ancora cardinale ma l’arrivo a Palermo (o a Bologna) potrebbe essere solo l’anticamera del rosso porpora, visto che nella prossima primavera potrebbe tenersi un concistoro. Sarebbe questa l’occasione anche di un personale riscatto, vista la sconfitta nella corsa a vicepresidente della Cei, ma in questo caso si assisterebbe a una singolare situazione con Palermo che esprimerebbe ben tre cardinali (c’è da considerare anche l’emerito Salvatore De Giorgi, che in Vaticano vive una seconda giovinezza dopo l’incarico di indagatore nei misteri di Vatileaks del 2012).

Altro nome in corsa quello del vescovo trentino di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini, 66 anni, da sempre impegnato nella lotta alla criminalità e alla ‘Ndrangheta, così come quello di Giovanni Angelo Becciu, 66 anni, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato. Prelati che, però, non sono siciliani: Papa Francesco infatti preferirebbe uno “straniero” ai vari isolani dati come candidati, ovvero Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, noto per le sue posizioni controcorrente, Mario Russotto di Caltanissetta, ben introdotto negli ambienti romani, e Michele Pennisi di Monreale.

Ma quando avverrà la nomina? In molti giuravano che sarebbe arrivata per l’Immacolata, altri pensano prima di Natale o all’inizio del 2015, dopo il compleanno di Romeo. Sta di fatto che, da qui a breve, si chiuderà l’esperienza sulla cattedra di San Mamiliano del cardinale, nato ad Acireale ma diplomatico di lungo corso con esperienza in America Latina. Un porporato di polso che, in questi anni, è più volte intervenuto strigliando i politici e puntando il dito contro le inefficienze delle istituzioni. Non è un mistero che Romeo sia stato sempre più interventista del suo predecessore e che con il sindaco Orlando non sia circolato mai buon sangue, tanto da spingere quest’ultimo a scrivere in Vaticano per chiedere un intervento nella questione dei senzacasa in procinto di sgombero dai locali dell’Opcer.

L’episcopato di Romeo, che regge anche l’eparchia di Piana degli Albanesi, è stato segnato anche dalla cresima negata in Cattedrale a Graviano junior, dallo scandalo di alcune lettere anonime fatte pervenire alla Santa Sede, dalla beatificazione di don Pino Puglisi ma soprattutto dall’annuncio di un complotto nel 2012 contro Benedetto XVI. Adesso Palermo si appresta a voltare pagina: tutto è nelle mani di Papa Francesco e non è detto che, alla fine, non ci scappi la sorpresa.


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