Forza Italia attende il referendum | E adesso tutto porta a Ferrandelli - Live Sicilia

Forza Italia attende il referendum | E adesso tutto porta a Ferrandelli

Fabrizio Ferrandelli e Gianfranco Miccichè

Micciché: "Il 5 dicembre cambia tutto". Savarino "apre" all'ex deputato. Ma Fratelli d'Italia: "Servono le primarie".

Le elezioni comunali
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PALERMO – Forza Italia attende. Qualcun altro non vuole aspettare. E così, la scelta del prossimo candidato del centrodestra per la corsa a sindaco di Palermo resta sospesa, tra le tensioni. Mentre i soliti nomi per il momento tornano in freezer, in attesa di comprendere cosa succederà il all’indomani del referendum.

Il coordinatore azzurro Gianfranco Micciché ha fatto capire che non c’è fretta. Che non ha senso, oggi, accelerare. “Il 5 dicembre cambia tutto, inizia un’altra stagione politica, sia che vinca il Sì, sia che vinca il No” Dopo la consultazione referendaria tutto potrebbe cambiare, ammette Micciché. A cominciare dalla possibilità che a Roma nasca un governo di larghissime intese, che avvicinasse, come era avvenuto nella prima parte di questa legislatura, il Pd e Forza Italia. A quel punto, anche la scelta del candidato sindaco di Palermo potrebbe essere legata a doppio filo a quella vicenda.

E così, si torna sempre il nome di Fabrizio Ferrandelli. Lui, per la verità, ha ufficialmente allontanato l’ipotesi di stringere alleanze con i partiti del centrodestra. Ma tutto potrebbe cambiare, appunto, dopo il voto del 4 dicembre. “Ferrandelli? E’ una provocazione affascinante”, aveva ammesso Micciché in una intervista a Livesicilia. E l’ipotesi adesso non è scartata nemmeno da alcuni alleati. È il caso del movimento di Nello Musumeci, “Diventerà Bellissima”. “Il nostro – spiega la portavoce Giusy Savarino – è un movimento civico, che presenterà la propria lista anche alle elezioni comunali di Palermo. L’obiettivo al momento – aggiunge – è quello di trovare un accordo con i nostri alleati, ma non escludiamo interlocuzioni con chi è già sceso in campo”. E qui, i nomi sono due: Leoluca Orlando e, appunto, Fabrizio Ferrendelli. “Siamo pronti a ragionare – ribadisce Savarino – con chi, in questi anni, è stato alternativo a Crocetta e si pone come un candidato ‘civico’. A patto che dietro a questo impegno non si nascondano tessere di partito tenute in tasca”.

Insomma, tutto porta verso Ferrandelli. Che potrebbe trovare una convergenza molto più ampia di quanto si potesse pensare, in funzione anti-grillina, ma soprattutto anti-Orlando. E così, in tanti hanno letto la scelta del Pd di frenare bruscamente sulle primarie: i nomi dei candidati dovevano, inizialmente, arrivare entro il 20 novembre. Ma non è accaduto niente. E la stessa scelta delle primarie, oggi, da certezza assoluta è diventata solo una delle possibili modalità di selezione del candidato.

Ma alle primarie, oggi, guardano altri partiti del centrodestra. Sono quelli che fanno capo soprattutto a Fratelli d’Italia e a “Noi con Salvini”. “Escludiamo – ha detto il responsabile provinciale di Fdi-An, Raoul Russo – che noi possiamo sostenere la candidatura di Ferrandelli. Il centrodestra deve individuare una piattaforma comune e scegliere un candidato attraverso le primarie”. E i nomi, nel centrodestra, finora sono sempre gli stessi: Francesco Scoma, Saverio Romano e Francesco Greco. Ma da giorni, la macchina delle consultazioni si è fermata. “È grave – insiste Russo – che tutte le forze del centrodestra, alternative a Renzi e Crocetta, non si siano ancora ritrovate per discutere seriamente il programma alternativo ai due candidati provenienti dal centrosinistra, cioè Orlando e Ferrandelli. Palermo – conclude il rappresentante di Fratelli d’Italia – può essere la prima città dove sperimentare le primarie da replicare a livello regionale e nazionale. No a inciuci post referendari, come certi silenzi fanno temere”. E in effetti l’attesa servirà proprio a questo. E per capire se Palermo potrà essere sì, un laboratorio. Ma di un nuova creatura politica, ampia e frutto di un accordo per un governo “di scopo”. Un candidato, quello per Palermo, che potrebbe essere simbolo e “antipasto” del governo nazionale che verrà.


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