Figuccia: “Di Micciché me ne frego” | Forza Italia, la rivolta dei ‘giovani’ - Live Sicilia

Figuccia: “Di Micciché me ne frego” | Forza Italia, la rivolta dei ‘giovani’

Attacco al coordinatore: "Ci ha già fatto perdere. Berlusconi lo sostituisca. Sì a Musumeci”.

Verso le elezioni regionali
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PALERMO – “Di Micciché me ne frego”. Vincenzo Figuccia lancia così la sua “scalata” a Forza Italia. O, per dirla con parole sue, il tentativo di “rinnovare” il partito, di dare spazio a chi, in questi anni, è stato “relegato in quarta e quinta fila” a causa delle scelte di chi “ci ha già regalato Crocetta”.

Il deputato azzurro ha convocato una inusuale conferenza stampa, oggi, a Palazzo dei Normanni. Inusuale perché inizialmente annunciata come un incontro “congiunto” tra lui e lo stesso Micciché. Una ipotesi, quella della presenza del coordinatore regionale, smentita già ieri sia dal capogruppo all’Ars Marco Falcone, sia dal senatore Francesco Scoma. “Si è sottratto al confronto, sarà in spiaggia…” insiste Figuccia. In realtà in quelle ore Micciché volava verso Milano per incontrare Berlusconi.

Il clima all’Ars è quello che sembra precedere una rottura o una rivolta. Che va vista ben oltre la vicenda di Figuccia, o “dei” Figuccia. Perché dentro Forza Italia il malessere adesso è vasto (molto critici già l’ex coordinatore regionale Gibiino, il capogruppo a Sala d’Ercole Falcone, il deputato regionale Assenza), ed è il risultato di ingredienti diversi: attriti personali, la candidatura alla presidenza della Regione e anche, magari, la competizione per un seggio della prossima Sala d’Ercole. Quello che verrà fuori dal collegio di Palermo. E verso il quale sembra voler correre lo stesso Micciché, nuovo “antagonista”, quindi, dello stesso Figuccia.

Conferenza inusuale, dicevamo. Anche perché il deputato si fa accompagnare da una presenza un po’ a sorpresa: il senatore di Forza Italia, ex “responsabile” ed ex Idv, Domenico Scilipoti. Al fianco di Figuccia anche Gioacchino Bosco del movimento “CambiAmo la Sicilia”. In sala poi alcuni giovani dirigenti di movimenti civici soprattutto di ispirazione centrista e cattolica. Non solo. Ad alternarsi al microfono, tra gli altri, Adriana Vitale in rappresentanza dei lavoratori degli ex sportelli multifunzionali, Salvatore Ferrara in rappresentanza dei Forestali. Mancano invece i deputati regionali di Forza Italia, mentre è presente e interviene la responsabile siciliana dell’Udc di Cesa, Ester Bonafede.

“Dobbiamo seppellire l’ascia di guerra”. Inizialmente Figuccia prova anche ad abbassare i toni. “I leader del centrodestra da Berlusconi a Cesa a Meloni e Salvini ci chiedono di stare uniti, perché uniti possiamo vincere. Dobbiamo andare oltre i litigi e gli interessi di bottega. E la Sicilia è in queste condizioni non solo per il governo Crocetta. Siamo sicuri che i governi di centrodestra hanno operato bene?”. Ma il clima si surriscalda presto: “Alcuni dirigenti di partito ci hanno regalato Crocetta. E ora qualcuno di loro usa l’alibi di Alfano proprio per dire che i suoi veti ci impediscono di andare su Musumeci. Io non so – continua – quale sarà il candidato presidente che riuscirà a far sintesi. Ho visto il programma di Nello Musumeci e ho trovato idee importanti e anche di rottura, e Musumeci ha anche ben governato in passato. Altri programmi non ne conoscono. Di sicuro c’è che i siciliani vogliono unità”.

Le prime frecciate a Micciché. Che suonano, dirà qualcuno a margine della conferenza, come il segno di una “ribellione” tutta interna a Forza Italia, nei confronti del coordinatore e dei “grandi vecchi” del partito. Così, la parabola dei Figuccia potrebbe essere lo specchio di un fenomeno più ampio. Nessuna intenzione di lasciare il partito, al momento, ma la volontà di “cambiarlo”. Come emerge anche dalle parole di Sabrina Figuccia, consigliera comunale che ha deciso di lasciare il gruppo consiliare di Forza Italia: “Il mio – ha spiegato – è stato un gesto di protesta contro una linea politica. Non significa che noi siamo fuori da Forza Italia. Lo stesso è accaduto con mio fratello alla quinta circoscrizione. Abbiamo agito coerentemente col mandato dei nostri elettori”. Insomma, i Figuccia non vogliono lasciare il partito. Vogliono conquistarlo. E lo stesso sta accadendo in altre zone della Sicilia, dove molti tra i militanti e i dirigenti rimasti nelle retrovie in questi anni reclamano più spazio.

“Nella nostra cultura – dice infatti Figuccia – non c’è il concetto della rottamazione. Chiediamo però a chi ha funzioni di coordinamento del partito – aggiunge – di fare un esame di coscienza. Capire se è nelle condizioni di traghettare, non dico la coalizione (quello è impossibile), ma quantomeno il suo partito. Inizi ad ascoltare la gente. A Palermo Forza Italia è scesa all’otto per cento. Dove sono finiti i nostri elettori?”.

“Oggi – prosegue Figuccia – serve qualcuno in grado di gestire questo processo. Serve un orecchio attento. Alcuni di questi uomini del presente non sono in grado di farlo. Non si può dire ai giovani o a chi è stato ignorato di stare in quarta e quinta fila… Miccichè? Se vuole fare un bagno di umiltà ben venga. Altrimenti Berlusconi ce lo tolga dalle strade della politica siciliana. Lo faccia con un intervento diretto, anche insieme ad altri leader nazionali. E crei le condizioni ascoltando i consigli dei tanti che stanno provando a spiegare la situazione della Sicilia. Non è vero che Forza Italia ha vinto in tutti i comuni. Ha perso anche a Cefalù, a casa di Miccichè”. La rivolta dentro Forza Italia parte anche da Palermo.

Mineo: “I giovani sono con Micciché”

“Non mi risulta che al momento ci siano delle rivolte o scontri generazionali all’interno del nostro partito. Affermo ciò con grande serenità e mi sento di rappresentare le decine di giovani amministratori locali eletti o rieletti con Forza Italia, i quali riconoscono la leadership e l’infaticabile lavoro profuso negli ultimi due anni dal commissario Micciché, volto a rivitalizzare il nostro partito. Appare troppo facile muovere delle critiche al lavoro che tutti noi abbiamo fatto per le amministrative di Palermo, da parte di chi, famiglia Figuccia in primis, non ha mosso un dito per la costruzione delle liste nel capoluogo palermitano, approfittando invece della preferenza di genere e preferendo siglare svariate comode intese con i candidati di sesso maschile. Se si hanno davvero a cuore le sorti del nostro partito bisogna lavorare affinché si resti uniti, e non muovere inutili anatemi volti semmai a conquistare un po di notorietà”, lo dichiara Andrea Mineo, consigliere di Forza Italia a Palermo.


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