Cascio: "Miccichè ha sbagliato tutto e con Schifani..."

Cascio: “Miccichè ha sbagliato tutto e con Schifani…”

Sono cresciuti insieme in Forza Italia. Ora, Francesco racconta gli errori di Gianfranco
L'INTERVISTA
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“Che vuole, trent’anni di vita insieme ti legano. Mi dispiace molto per Gianfranco Miccichè che, politicamente, ha fatto harakiri. E’ un uomo intelligente, ma, stavolta, ha sbagliato tutto”.

E sì che Francesco Cascio, fresco responsabile di Sicilia Digitale, qualche motivo di risentimento, forse, lo avrebbe. Fu Micciché – si narra – a convincerlo al gran ritorno, con in palio la candidatura di sindaco del centrodestra per Palermo. Si è visto com’è andata. I maligni dissero che Gianfranco, in quella e in altre occasioni, non si era speso abbastanza per il suo amico Francesco. Ma non c’è rancore, nelle parole che seguono.

In cosa ha sbagliato Miccichè?
“Ha commesso tanti errori, uno più grave di tutti. Ha tentato di seguire con il presidente Schifani lo stesso schema del logorio e del condizionamento applicato a Musumeci. Non ha capito che il gioco era cambiato”.

In che senso?
“Renato Schifani non è uno qualunque di Forza Italia. Lui è Forza Italia. E ha una struttura inossidabile. E’ una figura corazzata dall’indole e dall’esperienza. D’altra parte, non si diventa presidenti del Senato per caso”.

Non reagisce alle provocazioni?
“Non si turba. Tu lo attacchi? Lui ti sorride e se ne va. Ma sa come agire, è molto conosciuto e stimato”.

Miccichè lo conosceva…
“Ecco, è per questo che non capisco il suo atteggiamento. Il presidente, mi consta personalmente, le ha provate tutte per non rompere, è stato molto generoso. Gianfranco è stato eletto senatore, avrebbe potuto ergersi a padre nobile di Forza Italia, accanto a Schifani, sostenendolo nella difficile opera di governo. Invece…”.

E’ la sua fine politica?
“Come capo di Forza Italia sì. Già Berlusconi lo aveva perdonato quando, con l’avventura di Grande Sud, contribuì alla vittoria di Crocetta. Fu accolto come il figliol prodigo. Come poteva pensare… Bah, non lo so”.

Come poteva pensare?
“Che quelli che gli stavano attorno l’avrebbero seguito nella crociata contro il presidente Schifani? Io, che ero fuori dalla politica da dieci anni, alle regionali sono arrivato a poche centinata di voti da lui. Avrebbe dovuto capire i segnali. Invece, in pochi mesi, si è distrutto da solo. Hai finalmente ottenuto il governatore palermitano e forzista che chiedevi? Come fai a non tenerne conto?”.

Ora c’è il commissario Marcello Caruso…
“Una persona di grande equilibrio ed esperienza, può essere il pacificatore più adatto”.

E lei?
“Io sono approdato a Sicilia Digitale. Il presidente si è ricordato di me e gli sono grato. La sfida è affascinante. Mi impegnerò al massimo”. (rp)


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