Fratelli d'Italia e il nodo del candidato: i nomi in ballo - Live Sicilia

Fratelli d’Italia e il nodo del candidato: i nomi in ballo

In una fase convulsa scandita da non poche tensioni, non soltanto con gli alleati del Carroccio ma anche interne al partito, l’unica bocca che non rimane cucita è quella del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno che lancia un ecumenico appello al senso di responsabilità.
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CATANIA – I bookmakers sotto il Vulcano fanno le loro puntate sul tavolo delle amministrative catanesi. Gli occhi sono puntati sul nome del candidato di Fratelli d’Italia che la direzione nazionale del partito sotto la supervisione di Giorgia Meloni estrarrà dal cilindro nelle prossime ore (si attende infatti l’esito di un sondaggio commissionato ad hoc).  

L’appello di Galvagno

In una fase convulsa scandita da non poche tensioni, non soltanto con gli alleati del Carroccio ma anche interne al partito, l’unica bocca che non rimane cucita è quella del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno che lancia un ecumenico appello al senso di responsabilità.  “Mi auguro che i ragionamenti fatti finora sul peso elettorale o il profilo del candidato vengono coniugati in via primaria a un programma elettorale che sia coeso e condiviso da tutta la coalizione“, dice Galvagno intercettato dai microfoni di Live Sicilia.  Un modo per scongiurare in extremis il balletto dei veti incrociati (che pure ci sono) dopo lo show al cardiopalma delle regionali.

Arcidiacono, Parisi e Messina

Tuttavia, il discorso sui nomi non è secondario sia in termini di tenuta dell’alleanza sia rispetto agli effetti a catena sugli equilibri del partito. Una prima “rottura” si sarebbe registrata nelle ultime ore nell’area che a Catania fa riferimento a Salvo Pogliese. L’ex assessore Pippo Arcidiacono portando avanti l’intenzione di correre avrebbe fatto storcere il naso all’ex sindaco. Le malelingue lo vorrebbero addirittura sul punto di essere pronto a sostenere la candidatura della leghista Valeria Sudano. Salgono invece le quotazioni dell’ex assessore Sergio Parisi, punto di caduta ideale per la tenuta del centrodestra e nome meno inviso agli alleati rispetto a quello di Ruggero Razza. Tuttavia, Parisi, è legato a doppio filo con Pogliese che nel partito sembrerebbe perdere terreno rispetto al gruppo che fa riferimento a Manlio Messina. Il deputato ed ex assessore regionale, Manlio Messina potrebbe essere alla fine il candidato dei meloniani da presentare come pezzo da novanta di livello nazionale (vista la rapida scalata ai vertici), un fatto che piegherebbe molte resistenze tra gli alleati (la dura invettiva nei confronti di Schifani in merito al Caso Cannes non è stata dimenticata). Ma potrebbe essere proprio questo aspetto, la ribalta romana, a suggerire a Messina di spendere le proprie energie alla Camera.

Razza, Stancanelli, Sarpietro

C’è poi il nodo Ruggero Razza, nome inviso ai leghisti ma apprezzato da lombardiani e azzurri locali (Marco Falcone e Nicola D’Agostino). Infine, parlando di Catania non può mancare il nome di Raffaele Stancanelli, un nome che piace agli alleati del Carroccio ma ormai marginalizzato nel suo partito dopo le note vicende legate al mancato bis di Musumeci. Insomma, la difficoltà del quadro è evidente. Sarà anche questo che molti patrioti accarezzano l’idea di un candidato di prestigio (si ventila anche il nome del giudice Nunzio Sarpietro) lontano dalle logiche dei partiti in grado di rendere più complicato un niet da parte degli alleati. Chi vivrà vedrà. 


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