Fucilate in un garage di Librino |Omicidio Saitta, Nizza condannato - Live Sicilia

Fucilate in un garage di Librino |Omicidio Saitta, Nizza condannato

Confermata la sentenza di primo grado.

il processo d'appello
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CATANIA – Trent’anni di reclusione per Andrea Nizza. La Corte d’Appello di Catania ha confermato la pesante condanna inflitta in primo grado dal Gup Alessandro Ricciardolo nei confronti del boss di Librino. Il santapaoliano, da febbraio al 41 bis, è accusato di essere la mano assassina che ha ucciso a sangue freddo Lorenzo Saitta nel 2006, in un garage di un palazzo del viale Moncada. Fucilate per eseguire gli ordini del fratello, l’uomo d’onore Daniele Nizza che sta affrontando il processo ordinario in primo grado.

Il caso di lupara bianca sarebbe servito a lanciare un avvertimento al cugino della vittima, l’omonimo Lorenzo Saitta (conosciuto nella vita come lo Scheletro) che dal carcere si sarebbe vantato che una volta fuori, avrebbe “fatto la cinquina”, lasciando intendere che avrebbe ucciso i cinque (dei sei) fratelli Nizza. A quel punto sarebbe stata organizzata – così come raccontato dai collaboratori di giustizia – la trappola. Lorenzo Saitta sarebbe stato attirato con la scusa di valutare una partita di cocaina sotto i portici di uno dei palazzi di Librino. E poi Andrea Nizza, all’epoca poco più che maggiorenne, avrebbe assestato la fucilata mortale. Poi il corpo sarebbe stato caricato in auto e seppellito nelle campagne di Librino. Quattro i collaboratori che hanno inchiodato il narcotrafficante catturato dai carabinieri dopo due anni di latitanza. A parlare è stato il suo ex autista Davide Seminara, gli ex soldati Salvatore Cristaudo e Angelo Bombace e il fratello Fabrizio Nizza. Quest’ultimo ha raccontato di essersi fortemente contrariato quando ha saputo che Andrea così giovane si era sporcato le mani di sangue. Nelle diverse arringhe difensive, gli avvocati hanno più volte evidenziato le contraddizioni dei collaboratori. 

La Corte d’Appello, dunque, ha accolto la richiesta del Pg Angelo Busacca ed ha confermato anche la condanna a sei anni per Agatino e Martino Cristaudo, Eros Condorelli e Giovanni Privitera, accusati della soppressione del cadavere di Giuseppe Rizzotto. L’ex reggente del Villaggio Sant’Agata è stato ammazzato nel 2011. I Nizza lo avrebbero attirato in un casolare di campagna, lo avrebbero ucciso e poi avrebbero fatto scomparire il corpo.

 

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