Fucilate nell'agrumeto: i guardiani rinviati a giudizio - Live Sicilia

Fucilate nell’agrumeto: i guardiani rinviati a giudizio

Tra un mese si aprirà il processo. Dall'udienza è trapelato che Giuseppe Sallemi ha raccontato al pm cosa è accaduto quella notte.
IL DUPLICE OMICIDIO
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SIRACUSA – La decisione è arrivata a tarda sera. Il 27 aprile davanti alla Corte d’Assise di Siracusa si aprirà il processo a carico di Giuseppe Sallemi e Luciano Giammallaro accusati del duplice omicidio avvenuto la notte tra il 9 e il 10 febbraio 2020 nelle campagne di Lentini. Il gup di Siracusa Francesco Alligo ha infatti rinviato a giudizio i due guardiani (Giammallaro in pensione, ndr) che hanno ucciso a fuciliate Agatino Saraniti, 19 anni, e Massimo Casella, 47 anni, e ferito Gregorio Signorelli. 

L’inchiesta, coordinata dal pm Andrea Palmieri, ha avuto un’importante svolta grazie al racconto di Signorelli che è stato interrogato dai poliziotti all’ospedale Garibaldi Centro. I tre sono partiti da Catania per ‘rubare’ arance da rivendere. Ma quando hanno finito di caricare gli agrumi in un furgoncino sarebbero stati bloccati da Sallemi e Giammallaro. Dopo sono partiti i colpi. Signorelli, quasi miracolato, è riuscito a fuggire e a chiedere aiuto. Una corsa disperata da parte dei familiari che lo hanno trovato in mezzo agli aranceti e poi lo hanno trasportato in ospedale. 

Nel corso dell’udienza preliminare si sono costituiti parte civile i familiari delle vittime assistiti dagli avvocati Fabio Presenti, Emilio La Ferrera, Pierpaolo Montalto, Rossana Scibetta, Emiliano Bordone, Barbara Ronsisvalle e Paola Lo Presti.  

Il dibattimento potrebbe riservare non pochi colpi di scena. Soprattutto per le dichiarazioni che ha rilasciato Sallemi, difeso dagli avvocati Ornella Valenti e Franco Passanisi, agli inquirenti. L’imputato infatti nel corso delle indagini preliminari ha chiesto al pm di essere nuovamente interrogato. L’imputato ha spiegato di non essere da solo quella notte. E che non sarebbe stato solo lui a sparare, ma anche Giammallaro, difeso dall’avvocato Pino Ragazzo. Inoltre sulla scena del crimine – secondo il racconto di Sallemi –  ci sarebbe stato anche il figlio del 70enne. Un elemento già emerso in diverse fasi dell’inchiesta. Vedremo se ci saranno novità, anche dal punto di vista investigativo. 

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