Gara antincendio da 36 milioni: archiviate 4 posizioni, e scoppia il caso politico - Live Sicilia

Gara antincendio da 36 milioni: archiviate 4 posizioni, e scoppia il caso politico

La spiegazione dell'assessore e l'intervento del parlamentare del PD Fabio Venezia
REGIONE
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PALERMO – Sono state archiviate le posizioni dei funzionari della sotto commissione tecnica composta dal Rup e dai componenti della commissione tecnica per la gara dei sistemi antincendio a cui la procura della Corte dei Conti aveva presentato un invito a dedurre. Si tratta di Giovanni Tesoriere, difeso dall’avvocato Alessandro Dagnino, e due funzionari della forestale Giuseppe Quattrocchi difeso dall’avvocato Lucia Di Salvo e Salvatore Marranca, difeso dall’avvocato Patrizia Stallone.

La procura ha preso atto nel corso delle deduzione che i procedimenti penali contro i funzionari si sono conclusi con l’assoluzione. L’appalto irregolare della dorsale radio digitale per conto del Corpo Forestale aveva provocato la revoca di un finanziamento dell’Ue per un avanzato sistema di sorveglianza antincendio in Sicilia. Sul caso ha promosso un’indagine la Procura regionale della Corte dei conti per la Sicilia.

L’opera progettata era considerata uno strumento essenziale per un’azione di prevenzione in una regione che, a causa degli incendi quasi tutti dolosi, subisce ogni anno una devastazione del territorio e del patrimonio boschivo.

Il sistema di nuova generazione aveva ottenuto un finanziamento di 36 milioni e 446 mila euro con un progetto collegato a una misura del Programma di sviluppo rurale. Il finanziamento è saltato quando si è scoperto che l’appalto era stato affidato, tramite gara, a una azienda priva dei requisiti necessari. Adesso la procura prosegue le indagini per identificare i responsabili della perdita del finanziamento.

“La vicenda risale a un appalto di fornitura iniziato nel 2012 a valere su fondi Psr 2007/2013 – precisa l’assessore regionale al Territorio, Elena Pagana – che, dopo alcuni incidenti processuali, che nel 2015 hanno visto intervenire anche l’autorità giudiziaria penale, era già passato alla ribalta della stampa”.

“In ogni caso – aggiunge l’assessore – con decreto del dirigente del Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana, nel luglio 2018, il contratto con la ditta è stato risolto in danno, per inadempienze contrattuali, con riserva di chiedere i risarcimenti per la perdita del finanziamento. In atto è in corso di svolgimento una controversia, in sede civile, in cui l’Amministrazione chiamata in causa dalla ditta ha provveduto, con domanda riconvenzionale, a chiedere la somma di 35 milioni di euro più interessi a ristoro delle somme restituite all’Unione europea per la revoca del finanziamento”.

E sul tema si annoda il dibattito politico. “Dopo la clamorosa bocciatura, lo scorso anno, di 31 progetti su 31 nell’ambito di un bando del PNRR sulle infrastrutture idriche, adesso l’ennesima occasione perduta per una Regione che fa i conti ogni anno con il dramma degli incendi ma non riesce a cogliere le tante opportunità di finanziamento per migliorare le condizioni della Sicilia”. Così il parlamentare del PD Fabio Venezia commenta la notizia della revoca di un finanziamento nei 36 milioni di euro dell’Ue per un avanzato sistema di sorveglianza antincendio in Sicilia.

“Ancora una volta assistiamo alla superficialità con la quale vengono trattati temi di fondamentale importanza. Il governo venga a riferire in Aula su quanto accaduto – continua Venezia che sull’argomento ha annunciato un’interrogazione – e come intende procedere per affrontare la piaga degli incendi che ogni anno in Sicilia distrugge migliaia di ettari di boschi e terreni agricoli mandando in fumo risorse indispensabili per l’ambiente e per l’economia agricola del territorio ”.


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