Lunedì 28 luglio 2008 potrebbe diventare una data storica per Gela. Con il recupero della chiglia e della ruota di poppa di un mercantile greco del 500 avanti Cristo affondato 2.500 anni fa a ottocento metri dalla costa, la cittadina si avvia a essere l’unica al mondo capace di ospitare un Museo della navigazione greca con relitto di nave arcaica e carico al completo.
Sono passati vent’anni da quando due sub scoprirono l’imbarcazione sommersa nei fondali argillosi di fronte all’Emporio greco di Bosco Littorio. Una volta denunciata la scoperta alla Sovrintendenza di Caltanissetta, partirono le operazioni di studio e recupero ad opera degli archeologi e della sovrintendente ai Beni Culturali Rosalba Panvini. Operazioni difficilissime a causa dei fondali sabbiosi ma ricche di soddisfazioni: la nave è infatti unica nel suo genere, essendo stata realizzata con tecnica “cucita” – arte antichissima della quale Omero fa cenno nel secondo libro dell’Iliade – e presentando il carico al completo, salvaguardato proprio dalla natura argillosa del fondale.
Ieri, l’ultima e più grande parte del relitto, composto da ben 11 metri di chiglia, è tornata a vivere. Grazie alla sinergia con la Capitaneria di porto di Gela diretta dal comandante Raffaele Macauda, con Eni-Saipem, con la ditta Eureco e con l’assessorato regionale ai Beni culturali guidato da Antonello Antinoro, comincia adesso una nuova stagione per una terra devastata dall’inquinamento e della criminalità.
Nuova stagione che porterà a Gela, nell’arco di due anni, il Museo della navigazione, già sovvenzionato dalla Regione e in attesa solo dello sblocco dei fondi. Nel frattempo il relitto verrà mandato a Portsmouth, dove nel Mary Rose Archeological Services sarà restaurato a regola d’arte.
La sovrintendente Rosalba Panvini, catanese ormai naturalizzata gelese, tratteneva a stento le lacrime quando alle 12 le sirene spiegate delle motovedette e le urla di gioia dei sub hanno segnalato al mondo il buon esito del recupero. Ancora dopo qualche ora le archeologhe subacquee Alessandra Benini e Tiziana Fisichella tremavano per l’emozione di una scoperta unica mentre Antinoro, incredulo davanti a tale bellezza restituitaci dal mare, riusciva solo ad esclamare che il 28 luglio è stato “un momento storico per Gela, per la Sicilia, per l’archeologia.”
di Maddalena Bonaccorso