"Genere femminile", le donne e la necessità di una nuova narrazione - Live Sicilia

“Genere femminile”, le donne e la necessità di una nuova narrazione

Un testo che va in stampa in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

“Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania, nato cinquant’anni or sono, dall’iniziativa generosa del prof. Franco Leonardi, primo Preside della Facoltà di Scienze Politiche, ha sempre mirato alla formazione di una cultura dell’innovazione sociale, fondata sui valori della cittadinanza, della responsabilità sociale e del confronto internazionale”. 

Una carta dei valori che non ammette fraintendimenti. Parole che valgono quanto un impegno morale tanto implacabile, quanto irrevocabile. Il giurista Giuseppe Vecchio introduce così il volume Genere femminile. Per una narrazione delle donne fra luoghi, diritti, politica e mercato del lavoro (Bonanno Editore, 2020) curato da Carlo Colloca, Rosario D’Agata e Stefania Mazzone. 

Violenza, disparità, donne

Un testo urgente, plurale e interdisciplinare, mandato in stampa in stampa in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E non è un caso che un lavoro simile sia stato pensato e impaginato all’interno dell’Università. I numeri ci dicono che in Italia soltanto il 21% degli ordinari (i professori cioè con la “p” maiuscola) sia di genere femminile. Mutatatis mutandis, la quota maschile è pari al 79%. Uno sbilanciamento che col tempo diventa sempre più ingiustificato e insopportabile, anche per il suo peso simbolico. Sebbene fuori dagli atenei la situazione non sia affatto migliore, dalle Università ci si aspetta però sempre uno slancio in più. In questa come in altre classifiche.

I numeri inseguono sempre altri numeri e spesso ci dicono cose imbarazzanti: “Nei giorni in cui il mondo lotta contro un pandemico virus (bizzarro che il termine virus ricordi etimologicamente il latino vir = maschio…), la protezione civile italiana convoca un comitato scienti co, una vera task force di 20 esperti; tutti uomini. Questo gruppo di lavoro, si unirà a un altro comitato scienti co voluto dalla Presidenza del Consiglio, com- posto da 17 membri, 13 dei quali uomini. Ecco qual è il compito dei maschi adulti! Strano poi che a occuparsi di iniziative contro il virus siano gli uomini che, come è noto, si infettano molto più delle donne (tre maschi infetti ogni singola donna infetta)”.

Abbattere steccati 

Attenzione, però: Genere femminile non è uno strumento chiamato a pianificare nuove conflittualità o sollevare ennesime barriere. Lo scopo è semmai diametralmente opposto: rimuovere il più possibile, rimuovere tutto. “Affrontare la questione femminile come una questione generale dell’intera società, nella convinzione, da diverse prospettive epistemologiche, che la risposta emancipativa alla questione femminile rappresenti una conquista in termini di diritti e di libertà per l’intera società, nel riconoscimento delle differenze”. 

Un programma di lavoro orientato – va da sé – anche gli uomini, purché animati dalla volontà di riconoscere quanto dovuto. Ovvero, che nella storia dell’umanità, seppur invisibile e soffocato, il ruolo della donna ha avuto un peso incommensurabile. In tale senso, lo storico Andrea Giuseppe Cerra ci racconta infatti del contributo della Legione delle Pie Sorelle nella battaglia risorgimentale. Un caso tra i tanti, ma le fonti sono spesso silenziose.

Femminismo oggi

Il fondamentale punto sul femminismo è riservato alla storica del pensiero politico Stefania Mazzone. “Il femminismo – scrive – è un impulso creativo volto ad affermare la differenza sessuale come forza positiva. Il nuovo soggetto nomade femminista che sostiene questo progetto è un’entità epistemologica e politica, la sua definizione e affermazione da parte delle donne deve nascere dal confronto delle loro molteplici differenze di classe, razza, età, stile di vita e orientamento sessuale. È chiaro che il femminismo oggi è quell’agire che intende affrontare le questioni legate all’identità individuale, incarnata, sessuata. Una delle questioni centrali in gioco in questo progetto è come riconciliare la storicità, con il desiderio di cambiamento”. 

E ancora: “Il compito più difficile consiste nel trovare le modalità per fare andare insieme la volontà del cambiamento con il desiderio del nuovo, ciò implica la costruzione di nuovi soggetti desideranti. Se le femministe vogliono portare avanti una politica efficace – scrive Mazzone – devono tenere presente la distinzione di piani che c’è tra scelte politiche consapevoli e desideri”. 

Contributi

Scorrendo l’indice si trovano anche le firme di Marinella Fiume, Cettina Laudani, Margherita Ferro, Antonio Scavone (assessore regionale alla Famiglia), Elena G. Faraci, Emanuela Abbatecola, Licia Lipari, Elisa Lombardo, Simona Gozzi, Marisa Forcina, Alessandra La Rosa, Paolina Mulè, Daniela Novarese, Stefano Salmeri, Laura Salvelli. 


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