Cade e muore dopo lite col fidanzato: "È inciampata"

Cade e muore dopo la lite col fidanzato: “È inciampata”

A Genova. L'uomo: "Mi ha inseguito". Indaga la squadra mobile
IL GIALLO
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GENOVA – Prima la lite in casa, i rumori di mobili spostati. Poi le urla sul pianerottolo e infine un tonfo sordo anticipato da un grido.

È giallo sulla morte di Evelinndel Moori Chamorro, peruviana di 30 anni. La donna è precipitata dal sesto piano nella tromba delle scale dell’edificio, in salita superiore della Noce nel quartiere San Martino, dopo avere litigato con il compagno di due anni più grande. In quella casa, messa a disposizione dal Comune per aiutare le persone in emergenza abitativa, Evelinndel abitava con l’uomo, le due figlie piccole, la sorella e la sua famiglia.

Sulla vicenda indagano gli investigatori della squadra mobile, guidati dal primo dirigente Carlo Bartelli e dal vice Federico Mastorci, coordinati dal pubblico ministero Giuseppe Longo. Se si sia trattato di un omicidio o di una fatalità sarà l’autopsia a chiarirlo, insieme alle testimonianze dei vicini e alle immagini di una telecamera di videosorveglianza della palazzina.

Il dato certo da cui gli inquirenti stanno partendo è la lite avvenuta intorno alle 2 e 30. Lo hanno sentito alcuni vicini e lo ha confermato anche il compagno, interrogato per ore dai poliziotti: “Abbiamo litigato, lei stava per picchiarmi e allora sono scappato. Fuori dalla porta ha urlato ‘se non ti fermi mi butto’. Ma io ero già sceso”.

Secondo una prima ipotesi, la donna potrebbe essere inciampata mentre si avvicinava alla ringhiera, avrebbe perso l’equilibrio e così sarebbe precipitata nel vuoto. Sul posto sono intervenuti il personale del 118, con l’automedica, e le volanti. I medici arrivati immediatamente non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Il pm ha disposto l’autopsia che verrà eseguita nei prossimi giorni.

All’esito dell’esame medico legale e dell’ascolto dei testimoni, la procura deciderà se aprire un fascicolo per omicidio volontario o colposo. Il compagno non è al momento indagato. Il Comune, proprietario dell’appartamento e dell’intero immobile, si è messo a disposizione degli inquirenti.

L’uomo ha dato il consenso al prelievo di materiale rilevabile sotto le unghie, una procedura per valutare che non vi sia stata una colluttazione prima. Sul corpo della donna, che faceva qualche lavoretto come badante, non ci sarebbero apparenti segni di violenza. Nella caduta si sarebbe anche rotta una gamba. Al momento della tragedia non c’erano le due figlie della coppia, mentre era presente la sorella della donna con suo marito insieme ai due figli. Una vicina è stata sentita dagli investigatori.

“Erano circa le 2.30 – ha detto la donna – ho sentito rumori dal piano di sopra. C’erano persone che correvano, sembrava che spostassero o spaccassero mobili. Ho sentito urlare un bambino o un ragazzo. Poi lei ha gridato fortissimo e ho sentito un botto”.

Le urla potrebbero avere svegliato i nipoti che, allarmati, avrebbero chiesto aiuto ai genitori. La polizia era già intervenuta almeno due volte in quell’appartamento per altre liti tra i due. Non ne era nata nessuna denuncia o segnalazione, tant’è che non risultano precedenti per maltrattamenti. Solo nei prossimi giorni si potrà capire come davvero è morta Evelinndel. 


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