PALERMO- Si addensano le nubi sopra Punta Raisi. E stavolta non è una questione metereologica ma squisitamente politica: dopo lo scontro a mezzo stampa tra il governatore Renato Schifani e il suo ex pupillo, l’ad Vito Riggio, tira aria di tempesta dalle parti dell’aeroporto Falcone-Borsellino.
L’ex presidente di Enac, dopo aver letto la nota di Palazzo d’Orleans, ha infatti formalizzato le dimissioni dal cda di Gesap con decorrenza primo maggio, aprendo di fatto la corsa alla successione.
L’addizionale della discordia
Ma andiamo con ordine. C’è stato l’annuncio del governo regionale di voler abolire l’addizionale comunale sui diritti di imbarco per i quattro scali minori dell’Isola, ossia Trapani, Comiso, Lampedusa e Pantelleria.
Si tratta di una tassa introdotta a livello nazionale per compensare gli enti locali e che incide su ogni passeggero per qualche euro. Balzello contro cui, però, si sono schierati da tempo sia le compagnie aeree che gli scali italiani perché lo considerato un freno ai traffici.
La scelta del governo
Ryaiair ha chiesto a più riprese di eliminare l’addizionale in Sicilia, promettendo investimenti e nuovi posti di lavoro, ma il governo isolano sinora aveva frenato per l’impatto che avrebbe avuto sulle casse pubbliche, stimato in varie decine di milioni.
Almeno fino a qualche giorno fa, quando l’esecutivo guidato da Renato Schifani ha annunciato di voler abolire l’addizionale solo sugli scali minori, visto che il costo sarebbe di appena cinque milioni.
Il confronto con Birgi
Una decisione che ha provocato un confronto a distanza fra i due aeroporti della Sicilia occidentale. I sindacati dello scalo di Cinisi hanno infatti paventato il rischio di uno spostamento dei voli su Trapani a scapito di Palermo.
Allarme rilanciato da Riggio in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” due giorni fa: “Questo provvedimento rischia di danneggiare lo scalo di Palermo – ha dichiarato l’amministratore delegato di Gesap -. Le tariffe dell’aeroporto di Trapani sono già molto basse, per cui questo incentivo rischia di favorire più il monopolista Ryanair che i passeggeri”.
Lo scontro
La reazione del presidente non si è fatta attendere: “Metteremo in campo da subito un’azione decisa di moral suasion per favorire un necessario, quanto urgente, rinnovamento, totale o parziale, della governance della Gesap”, recitava la nota di ieri mattina con cui Schifani ha puntato il dito contro l’assenza di “visione strategica”.
Un siluro che, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe stato diretto più all’ad che al resto del cda e che avrebbe colto tutti di sorpresa, soprattutto Riggio.
La contro-reazione non si è fatta attendere: l’ex presidente di Enac ha prima definito il giudizio di Schifani “improprio, sbagliato e infondato” e poi ha formalizzato il passo indietro a partire dal primo maggio.
Non c’è stato nessun ulteriore commento ufficiale della Regione sul punto. Da fonti di Palazzo, filtra, però, che all’Ad di Gesap si contesterebbe di avere sbagliato nel merito perché ha attaccato una scelta condivisa da tutto il governo e nel metodo per averlo fatto pubblicamente, invece di chiedere un incontro al presidente della Regione.
Da parte di Palazzo d’Orleans – trapela ancora – non c’è stata, tuttavia, nessuna richiesta di dimissioni a Riggio che in altre occasioni aveva paventato l’addio. In quell’occasione fu proprio il presidente Schifani ad attuare una moral suasion per convincerlo a rivedere la sua posizione.
Stavolta, però, le cose sarebbero molto diverse. Una rottura si è consumata in modo palese. Riggio infatti si dimetterà anche da consigliere e, verosimilmente, nessuno proverà a trattenerlo.
La successione
La corsa alla successione, adesso, è formalmente aperta. A meno di clamorosi ripensamenti, Forza Italia dovrà indicare un nuovo componente del cda che non è detto che abbia gli stringenti requisiti per fare anche l’amministratore delegato.