PALERMO – Un nuovo piano che, da qui al 30 novembre, sposti nelle altre partecipate 950 dipendenti (su 1.638 totali) e convinca Regione e ministero a concedere altra cassa integrazione. Ecco la road map per la Gesip che Palazzo delle Aquile ha illustrato ai sindacati, nel corso di alcuni incontri tenuti a Palazzo Galletti fino a tarda sera. I numeri sono ancora provvisori e suscettibili di variazioni, ma l’impianto generale è definito e non avrebbe incontrato l’ostilità dei rappresentati dei lavoratori.
Perché la Gesip, al momento, ha sospeso tutti i suoi dipendenti che risultano così scoperti: non c’è un contratto di servizio con il Comune e nemmeno gli ammortizzatori sociali, scaduti lo scorso 30 giugno. La strada a questo punto è obbligata: concordare un piano Comune-sindacati da portare prima a Crocetta e poi al ministro Poletti, per un via libera che potrebbe risolvere in maniera forse definitiva l’annosa questione dei dipendenti.
Ma cosa prevede il nuovo piano? Il Comune dovrebbe intanto ottenere nuova Cig per cinque mesi, quindi fino a novembre, data entro la quale si dovrebbe completare anche il passaggio nelle altre aziende di piazza Pretoria di 950 lavoratori. Dicembre, cioè il sesto mese, sarebbe chiesto per gli altri. I soldi a disposizioni sono circa 25 milioni, considerati strutturali, e verrebbero divisi tra le partecipate così da evitare eventuali proteste dei presidenti. Il problema, però, è che i dipendenti andranno in aziende diverse con contratti diversi: visto che la retribuzione sarà quella che c’era in Gesip, ovvero il contratto multiservizi a 40 ore, chi prendeva mille euro in Gesip continuerà a prenderli anche in futuro, sia che vada alla Rap o all’Amat. Il Comune ricorrerà così ai part-time, nel senso che diminuirà il numero delle ore (a seconda dei contratti delle aziende ospitanti) fino ad arrivare al livello della vecchia retribuzione. Secondo le prime stime del Comune, poco più di 320 lavoratori andranno all’Amat dove diventeranno autisti (circa 130), pulizieri ma anche impiegati negli uffici e ausiliari; altrettanti dovrebbero andare alla Rap per occuparsi di spiagge e spartitraffico, ma il cui costo non graverà sulla Tari; 100 all’Amap, un paio a testa in Amg e Sispi. Il resto (tra i 200 e i 300) finirebbe in Costruzioni industriali, società satellite di Amg, per la manutenzione di scuole ed edifici. Un centinaio (ma il Comune spera siano di più) usufruiranno dell’esodo incentivato di cui sono stati riaperti i termini, un altro centinaio o poco più verrà suddiviso tra chi andrà in pensione entro fine anno con l’articolo 4 o sostituirà chi nelle aziende è andato in pensione così. Il resto dovrebbe usufruire di nuova cassa integrazione, garantita dall’accordo Regione-ministero, che potrebbe accompagnare molti alla pensione.
Già, perché la condizione necessaria posta da Palazzo d’Orleans ma anche da Roma è che stavolta il Comune proponga un piano puntuale e preciso per risolvere definitivamente il problema. Una soluzione che passa anche dall’internalizzazione di numerosi servizi delle partecipate, tra cui per esempio quelli di pulizia, e dalla formazione dei dipendenti. Il passaggio ad altre aziende è però necessario perché la Gesip,s senza contratto di servizio, non potrebbe usufruire dei prepensionamenti.
Qualcosa potrebbe cambiare anche nel caso di mutazione della legislazione vigente, se per esempio divenisse più facile andare in pensione o costringere chi ha già i requisiti ma resta al suo posto (38 nelle partecipate) a farlo per forza. Al Comune toccherà redigere l’accordo da far sottoscrivere nei prossimi giorni.
LE REAZIONI
“Se questi sono i termini dell’accordo quadro – dice Raffaele Loddo della Cisal – noi siamo pronti a sottoscriverlo per avviare un percorso che darà un futuro certo ai lavoratori, chiudendo definitivamente la vicenda Gesip. Chiediamo però criteri certi per la fuoriuscita”.