CATANIA – “Una ragazza semplice, quasi inconsapevole del gesto che ha compiuto. E il suo è stato un grande gesto di altruismo e grande senso civico. Una lezione per tutti”. Le parole del prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, sono ferme e misurate.
E non c’è alcuna voglia di cedere alla tentazione della banale retorica. Così come non è tanto il dover evidenziare a tutti i costi una questione di buoni sentimenti: c’è, semmai, consapevolezza che quanto accaduto sabato scorso in via Etnea siano segno e testimonianza di qualcosa destinato a restare.
Ben oltre la normalità
La storia di Angela Isaac tiene banco sulle cronache locali e nazionali. C’è anche chi ha storto il naso per la sovrabbondanza di esposizione mediatica di un accadimento che, a volerla dire tutta, non può essere certo annoverato alla voce “normalità”. Non è cosa di tutti i giorni. Il salvataggio compiuto da una donna di 28 anni che si precipita, nella furia della corrente d’acqua esplosa con la pioggia battere, a strappare un uomo a bordo di un mezzo a due ruote. No, non è affatto un episodio quotidianità.
La cittadinanza
Ed in queste ore si è discusso sottovoce della possibilità che ad Angela venga concessa quella cittadinanza che non ha ancora ma che attende da tempo. Percorso non semplicissimo, in verità. Ad intervenire, sarebbe chiamato direttamente il presidente della Repubblica sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Interno.
Un iter complicato. Paradossalmente più agevole se si fosse in presenza di meriti imprenditoriali o sportivi. E, tuttavia, non sappiamo ancora se verrà perseguito. “Angela ha salvato una persona di cui non sapeva nulla. Non lo conosceva. Non sapeva chi fosse. Un forte segno di altruismo”: a parlare è ancora il Prefetto. Intuiamo che si parte da qui. Quello che verrà dopo lo si vedrà passo dopo passo.
In fondo come ci ha detto, fuori microfono, proprio Angela sabato pomeriggio: “L’ho fatto perché dentro di me sapevo solo che andava fatto. Non ho badato a niente. C’era un uomo che rischiava di morire”. Cittadinanza o meno, sono parole (precedute dalla messa in pratica) dalle quali non si può prescindere.