Cannova ammette le tangenti | Ma non confessa altre mazzette - Live Sicilia

Cannova ammette le tangenti | Ma non confessa altre mazzette

Due ore di interrogatorio per il funzionario dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente. Che non va oltre le ammissioni già fatte. I dubbi dei pubblici ministeri. L'indagine parallela. Tv escort e casa al mare.

PALERMO – Ribadisce di avere intascato tangenti, ma non va oltre. Non svela i segreti di altre corruzioni legate al business dei rifiuti. Perché non ci sono altri episodi, come ha detto nel corso dell’interrogatorio, oppure perché preferisce tacere? Le indagini proseguono partendo da questo dilemma. Anche perché Cannova fa un riferimento ad un collega che avrebbe intascato soldi. Almeno questa era la voce che circolava negli uffici. Si tratterebbe, però, pratiche che non hanno a che fare con i rifiuti.

Gianfranco Cannova, funzionario regionale dell’assessorato al Territorio e ambiente, in cella da venerdì scorso, ha risposto per due ore ai pubblici ministeri Alessandro Picchi, Daniela Varone e Alessandro Clemente. Che prima dell’interrogatorio probabilmente nutrivano maggiori aspettative dal faccia a faccia. Cannova ieri non si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari. Era un buon inizio. I pm gli avevano dato appuntamento per oggi nella speranza che il funzionario “infedele” svelasse nuovi episodi di corruzione al di là di quelli finora emersi dalle indagini e che coinvolgerebbero gli imprenditori agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli.

Ed invece Cannova avrebbe detto, di fronte a nuovi nomi ed episodi specifici citati dai pm, di non avere ricevuto altre mazzette. Avrebbe fatto sì, solo in alcuni casi, dei favori, e non da solo, ma senza nulla ricevere in cambio. Risposta sincera? I pubblici ministeri sembrerebbero crederci poco. I legali di Cannova, gli avvocati Massimo Motisi e Giuseppe Torre, stanno già lavorando alla richiesta di scarcerazione da presentare al Tribunale del Riesame. C’è da attendersi che la Procura dia parere negativo.

Nel frattempo prosegue il lavoro della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile di Palermo a cui i magistrati hanno delegato l’indagine che prosegue parallela a quella sfociata nel blitz di venerdì. Ci sarebbero altri affari legati allo smaltimento dei rifiuti in Sicilia su cui sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. E le domande poste nel corso dell’interrogatorio ne sono la conferma.


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