Gianfranco Miccichè: i primi 70 anni, il ritorno e la nuova caduta

Gianfranco Miccichè: i primi 70 anni, il ritorno e la nuova caduta

Stava tentando di rientrare nel gioco. Ma poi...
L'INCHIESTA E LE CONSEGUENZE
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PALERMO- Era pimpante e gagliardo, Gianfranco Miccichè, commentando con LiveSicilia.it i suoi ‘primi settant’anni’. Ed era indulgente con se stesso, come può succedere alle persone che, tentando di uscire da un labirinto, pensano di avere trovato il filo d’Arianna.

Sulla famigerata vicenda della droga disse: “Ho un ruolo pubblico, sono un parlamentare regionale, devo conto e ragione delle mie azioni. Quello è un errore, ma io non ho mai fatto del male a nessuno, se non a me stesso e alla mia famiglia”. Sembrava (quasi) acqua passata.

Ma la cronaca giudiziaria lo ha riportato alla ribalta in un modo che, certo, il protagonista non avrebbe voluto, per la storia dell’auto blu e di un utilizzo contestato come improprio. Lui si è difeso: ” Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato ed agito con la massima trasparenza e rigore”.

L’inchiesta farà il suo corso. Tuttavia, la sopravvenuta ‘grana’ rappresenta un crollo d’immagine pesante, proprio nel momento in cui Gianfranco Miccichè stava tentando di riorganizzare il suo ritorno in politica.

Una scena da primattore, per esempio, era stata apparecchiata nel corso di una riunione con due candidati alle Europee per Forza Italia: Marco Falcone e Caterina Chinnici. Un incontro pubblico tra il persistente frondismo nei confronti del presidente della Regione, Renato Schifani, e la voglia di contare ancora.

“Rivendico il diritto di esserci e di fare politica. Amo la politica, non voglio posti”. Era la voce del sentimento di un recluso che tornava a respirare, a pieni polmoni, l’aria di casa. Era l’anticipo agognato di una rinascita fortemente desiderata, seppure non facilissima.

Ora, invece, il palcoscenico è nuovamente cambiato. Ci sono accuse, assai circostanziate, da fronteggiare. Sull’auto blu sarebbe stato trasportato perfino il gatto di casa, secondo gli addebiti. Tante parole saranno ancora dette e scritte in molte sedi. Ma una cosa appare già certa, senza ombra di dubbio: il gatto è innocente.


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