GIARRE – Tredici voti a favore e tre contrari: il consiglio comunale certifica il dissesto. “Ha vinto il partito del dissesto, ma chi pensa che questo scoraggi me o la mia amministrazione, si sbaglia di grosso”. Il sindaco di Giarre, Angelo D’Anna, interviene sulla proposta di delibera che stasera verrà discussa dal consiglio comunale, su richiesta dell’assessorato regionale alle Autonomie locali che, applicando restrittivamente i termini previsti dalla legge, ha dato al Comune di Giarre solo dieci giorni per la formulazione e approvazione del documento che certifica il fallimento, per le gestioni poco oculate del passato, del nostro Ente. “Ricordo a chi avesse la memoria corta, che il grosso buco di bilancio risale a parecchi anni fa, e che la situazione è precipitata nel 2012, quando venne formulato il primo piano di riequilibrio della durata triennale che prevedeva un debiti fuori bilancio per € 2.823.916,89, oltre potenziali esposizioni debitorie per contenzioso per i successivi cinque anni paria a circa € 900.000,00 per ciascun anno; detto piano veniva poi allargato nel febbraio 2013 ad un periodo di cinque anni a partire dal 2013 e si deliberava, tra l’altro, di elevare al massimo le aliquote o tariffe dei tributi locali. La nuova amministrazione nel gennaio 2014, provvedeva a ridefinire un nuovo piano di riequilibrio indicando in € 14.544.913,76 il disavanzo complessivo da ripianare e spalmandolo in trenta anni (in dieci anni il disavanzo di amministrazione pari a poco più di 3,2 milioni di euro)”. Debiti e situazioni finanziarie dovute, dunque, al passato. “Da quando mi sono insediato – continua il sindaco D’Anna – abbiamo lavorato senza sosta, insieme agli uffici, per redigere un nuovo piano di riequilibrio, più aderente alla realtà. La mia amministrazione, continua il Sindaco, ha riformulato il piano di riequilibrio nel settembre 2016, per un valore debitorio complessivo di € 41.140.757,00, piano inviato alla competente Commissione del Ministero degli Interni oltre alla Corte dei Conti, ad oggi mai riscontrato anche se la Corte ha ritenuto ugualmente di dare seguito al dissesto riferendosi al piano del 2014. Nel contempo, abbiamo operato economie reali, risparmi su spese legali e costi di funzionamento dell’ente. Il risultato di amministrazione del 2016 sul 2015 delinea già un risparmio di oltre 916.000 euro. Si sono generati risparmi di cui, purtroppo, coloro che hanno deciso di accelerare il processo di dissesto, non hanno tenuto in conto, decidendo, per appetiti o mire personali, di pesare sulla popolazione giarrese, oltre che sulla vita stessa dell’ente”.
Popolazione a cui il sindaco si rivolge, evidenziando cosa significherà il dissesto per tutti i cittadini. “Non sarà facile – sottolinea D’Anna – ma il processo di fallimento va governato e io non ho alcuna intenzione di abbandonare la nave in un momento così delicato. Qualcuno se lo augura, ma mi spiace, resterà deluso”.
Cosa significa il dissesto di un comune.
Il dissesto di un comune produce molteplici effetti che, da una parte, ingessano le attività dell’ente e, dall’altro, hanno conseguenze dirette sulla vita dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda le questioni economiche e finanziarie e il sociale.
Quando si presenta. Il dissesto si presenta quando un comune non è più in grado di assolvere alle funzioni e ai servizi indispensabili, oppure quando nei confronti dell’ente esistono dei crediti ai quali non riesce a fare fronte. Il dissesto di un ente locale non è proprio un fallimento perché l’ente locale non può cessare di esistere, però si prospettano 5 anni in cui l’amministrazione comunale deve fare di tutto affinché le condizioni di equilibrio si ripresentino.
Nella pratica, separa la gestione passata da quella futura. I debiti e gli squilibri economico-finanziari che hanno causato il default vengono di fatto estrapolati dal bilancio comunale e passano una gestione straordinaria da parte di un organo apposito mentre l’ente locale è il suo consiglio daranno vita a una nuova fase finanziaria equilibrata.
Le conseguenze. il dissesto di un comune ha numerose conseguenze:
innanzitutto, come detto, si irrigidisce l’operatività del comune in ambito economico finanziario e sociale. Dunque, una prima conseguenza è relativa ai creditori che non entreranno in possesso di tutte le somme, ma solo di una parte. Il peso, dunque, ricadrà prevalentemente sulle piccole aziende e sulle cooperative.
Per i cittadini giarresi le aliquote delle tasse sono già al massimo da anni, ma non si potranno disporre eventuali riduzioni. Il problema toccherà i servizi sociali comunali, in particolare, si pensi ai servizi domiciliari agli anziani e ai disabili, o il servizio reso dai pulmini scolastici i cui costi di gestione, in tutto o in parte, dovranno essere sopportati dalle famiglie.
Infine, l’ente locale e è obbligato a rideterminare la dotazione organica dell’ente dissestato, dichiarando eventuali eccedenze del personale in
soprannumero rispetto ad alcuni rapporti dipendenti-popolazione.
Altri effetti. Un comune che va in dissesto non può più contrarre mutui, né impegnare spesa superiore a quella prevista nell’ultimo bilancio, e comunque nei limiti delle entrate accertate. Inoltre, viene di fatto congelata la situazione debitoria pregressa, bloccati interessi su mutui e anticipazioni di cassa e pignoramenti. La delibera ha effetto per 5 anni per cui il legislatore ritiene che il Comune possa riequilibrare i propri conti.
“Ed è questo che io farò – conclude D’Anna: sono stato eletto per gestire questo Comune e resterò qui anche di fronte a questa vicenda difficile, di cui non ho alcuna colpa, ma di cui devo gestire le conseguenze.”
Sostegno arriva dai gruppi consiliari (Città Viva, Viviamo la Città, Giarre Evviva) e politici (Città Viva, Giarre Bene Comune, I 4 canti, Partecipazione e progresso) vicini al primo cittadino. “Governeremo assieme al Sindaco la situazione che si sta profilando, sapendo che quello che ci attende non sarà impresa facile, per via dei sacrifici che, anni di passate gestioni, che poco riguardo hanno avuto per il valore del denaro pubblico, imporranno ai cittadini. Adesso, però, bisogna andare avanti e affrontare la sfida che potrebbe trasformarsi in opportunità per la nostra comunità e ci potrà consentire di costruire su basi più solide il futuro della città, riorganizzando la macchina amministrativa in maniera efficiente e adeguata alle esigenze dei tempi nuovi, di equilibrare la spesa nell’esclusivo interesse del Comune e dei suoi cittadini e non dei politicanti e delle loro clientele. La dichiarazione del dissesto sarà, per quanto in nostro potere, un’operazione di disvelamento della verità in ordine alla individuazione dei responsabili politici delle diverse decine di milioni di euro di debiti che hanno schiacciato Giarre”.