Giornale non pubblica una riflessione |Citato davanti al giudice di pace - Live Sicilia

Giornale non pubblica una riflessione |Citato davanti al giudice di pace

Commenti

    Non conosco per niente la vicenda ma in linea di principio l’avvocato non ha torto, perchè tante testate online chiedono ai lettori i commenti, salvo poi pubblicare solo quelle strumentali ai propri interessi, anche se non sono per nulla offensive. Anzi addirittura talvolta certi giornali online preferiscono quelle contrarie alla propria linea ma poichè molto offensive e non argomentate, tutto sommato utili alla testata, e non pubblicano le riflessioni pacate e motivate ma con un’impostazione non coincidente con la linea editoriale. Poi se sia risarcibile o meno è un altro discorso. Il problema non è la libertà di stampa, ma al contrario la libertà di non essere manipolati o truffati dagli editori che da una parte stimolano chiedono e dicono di accettare i commenti purchè non offensivi, dall’altra li pubblicano o meno a loro piacimento. Sono casi in cui la libertà di stampa è usata come scudo per fare cose non lecite (un po come come i bambini usati come scudo umano delle fabbriche di missili).

    La libertà di stampa è sacra e deve essere garantita. A mio avviso, in linea di principio, sono giuste e corrette le osservazioni della testata giornalistica. E, soprattutto, ha ragione nel mostrarsi preoccupata, giacchè una sentenza favorevole al ricorrente, al quale verrebbe riconosciuto l’esercizio dell’art. 21 della Costituzione, rappresenterebbe certamente un pericolosissimo precedente…che vedrebbe soccombere il diritto di libertà di stampa.
    Ciò detto, però, mi permetto un paio di osservazioni:
    1) L’esercizio della libertà di stampa, ribadisco sacrosanto, non può e non deve essere subordinato a fattori esterni; se una testata giornalistica (e non so se è questo il caso) percepisce finanziamenti pubblici per “sostenere” l’editoria, credo che si abbia l’obbligo morale, nella scelta delle pubblicazioni, di tenere conto che il finanziamento ricevuto, per garantire il diritto, e prima ancora il dovere, di una corretta informazione pubblica (quindi, indirizzata all’intera pletora dei lettori di ogni ordine e grado), di non trascurare le richieste del libero cittadino che, con il pagamento anche delle sue tasse, ha contribuito al mantenimento del quotidiano. E ciò, dovrebbe avvenire prima ancora di dare retta al finanziatore che, è bene ricordare, non è un privato che dispone di propri fondi, bensì un amministratore pubblico, il cui ruolo si è reso possibile grazie al consenso elettorale espresso dai cittadini nel segreto dell’urna, e nel rispetto delle Leggi vigenti.
    2) L’esercizio delle libertà di stampa, si ribadisce ancora una volta, sacrosanto, deve essere subordinato all’etica professionale della garanzia del dovere di cronaca, di una cronaca corretta, ancor prima dell’esercizio del diritto di critica. E ciò deve avvenire per ragioni deontologiche, a garanzia della collettività, come dovrebbe avvenire (anche se sovente non avviene) durante lo svolgimento di qualunque attività professionale, da parte di chicchessia.

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