Giornata della memoria |Due medaglie d'onore - Live Sicilia

Giornata della memoria |Due medaglie d’onore

Lunedì mattina alle 12:00 il prefetto Francesca Cannizzo consegnerà i due riconoscimenti alla memoria di Rosario Napoli e Salvatore Sergi. Le storie dei siciliani e delle siciliane coinvolte nell'Olocausto sono raccontate nel libro  "Le donne ebree in Sicilia al tempo della Shoah"

CATANIA – Si chiamano Rosario Napoli e Salvatore Sergi i due catanesi a cui sarà consegnata la medaglia d’onore in occasione della “Giornata della memoria”. La cerimonia si svolgerà lunedì mattina alle ore 12:00 in Prefettura: i riconoscimenti saranno consegnati dal prefetto Francesca Cannizzo, rispettivamente, al figlio di Rosario Napoli  Carmelo Napoli e alla nipote di Salvatore Sergi Carmela Privitera.

La “Giornata della memoria ” è stata istituita con una legge dello Stato: le medaglie vengono conferite ai cittadini italiani militari e civili, ed ai familiari dei deceduti deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra durante l’ultima guerra mondiale.

La Storia dell’Olocausto si intreccia anche con la vita di moltissime donne siciliane: vicende raccontate nel libro “Le donne ebree in Sicilia al tempo della Shoah” (108 pagine, 12 euro, Marlin editore)” di Lucia Vincenti: Nella vita erano medici, imprenditrici, intellettuali, casalinghe. Erano donne affermate. La loro storia improvvisamente cambiò con le leggi razziali del 1938. Anche per le donne ebree siciliane cominciarono persecuzioni, limitazioni dei diritti civili, vessazioni. Tre di loro, che si erano trasferite al Nord, furono deportate nei lager e non tornarono più.

Il caso più sconvolgente è quello di Egle Segre che si era trasferita a Varese dopo avere sposato un altro ebreo veneziano, Edgardo Levy. Il 12 dicembre 1943 a Tradate un commando tedesco appoggiato da fascisti italiani arrestò la donna, che all’epoca aveva 44 anni, e i suoi due figli: Eva, 22 anni, ed Enzo, 21. Il marito si salvò perché era al lavoro. Madre e figli furono deportati ad Auschwitz. Egle fu uccisa all’arrivo. Eva si tolse la vita nel giugno 1944. E anche Enzo si ucciderà vita al ritorno a casa, sopraffatto da una immane tragedia familiare.


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