Giovanna Volo, l'assessore moderato che piace (quasi) a tutti

Giovanna Volo, l’assessore moderato che piace (quasi) a tutti

Chi è il neo-assessore alla Sanità siciliana. La 'mossa del cavallo' di Schifani.

Per sapere chi è – nello sguardo di una parte della sanità siciliana – Giovanna Volo, neo assessore al ramo, formalmente in pectore, basta, forse, chiederlo a due persone che non sono quasi mai d’accordo (il cui nome si tace per discrezione). Ed entrambe riferiscono che si tratta di “un’ottima scelta”.

Segni particolari: in pensione, un po’ dimenticata dalla politica precedente, nonostante un curriculum di rilievo – ma adesso il cellulare riprenderà a squillare in sovrabbondanza -, una lunga carriera nella burocrazia, da direttore sanitario del Civico, del Policlinico e ad Enna, con altri incarichi. Politicamente? Viene descritta come una forzista, priva di faziosità e inimicizie, in quel mondo ribollente, che intrattiene rapporti di amicizia solidi, da sempre, con la famiglia Miccichè.

Insomma, il presidente Renato Schifani ha piazzato la mossa del cavallo. Come farà Gianfranco Miccicichè – che magari pensava a Daniela Faraoni, guida dell’Asp di Palermo – a contestare la nomina di un tecnico d’area, nonché amica di famiglia?

Mentre si aspettano sviluppi ufficiali, i più vicini all’interessata la descrivono tranquilla, ma in una frase dialettica di estrema continenza. Si attende, insomma, che l’indicazione si traduca in nomina, prima di rilasciare dichiarazioni.

Altre voci la definiscono competente, preparata, con un carattere forte. Una persona che difende le proprie idee, anche accettando un certo livello di scontro, se è ritenuto necessario. “Le servirà una dose supplementare di durezza – spiega qualcuno – per riuscire a mettere a posto la sanità siciliana. Non deve raggiungere traguardi politici ulteriori, per cui, forse, è la figura giusta”.

Si spera, da siciliani e potenziali pazienti. In questi mesi, abbiamo raccontato uno sforzo imponente contro la pandemia e le crepe del resto. Si spera, cioè, di non dovere vedere mai più – per esempio nei pronto soccorso – l’umanità abbandonata che non sa a che santo votarsi. (Roberto Puglisi)


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