Giuliano, la moto e il cuore di Fabio | "Voglio che mio padre sia felice" - Live Sicilia

Giuliano, la moto e il cuore di Fabio | “Voglio che mio padre sia felice”

Da qui all'eternità. Ricordate la storia di Fabio Giambruno e di suo figlio Giuliano? La raccontammo con questo titolo. Era la storia di un padre, di un figlio, di un sogno. E questo sogno sta diventando realtà. (nella foto Fabio e Francesca)

L'iniziativa
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PALERMO- Una lettera che arriva in redazione, un padre – malato terminale – che racconta la storia di suo figlio e un sogno da realizzare ad ogni costo: fare in modo che il ragazzo diventi campione di enduro. Una rigogliosa gara di solidarietà per il sostegno alla ricerca sul tumore del pancreas. Sì, il male che ha ucciso Fabio Giambruno alla soglia dei cinquant’anni. E’ la scena di fondo in cui si è svolta al Country club di via dell’Olimpo, ieri sera, la presentazione del team motociclistico “Motomondo Father & Sons”, la squadra di cui Giambruno era uno dei membri fondatori.

Il mondo dello sport, dunque, al centro anche di un importante progetto di sensibilizzazione: la raccolta fondi per la ricerca sul cancro del pancreas. Un percorso sportivo e culturale che, partendo da Palermo toccherà varie parti dell’isola. A perorare questa causa, oltre alla squadra monrealese, l’associazione no profit, l’Arca, nata grazie alla volontà della famiglia Giambruno, e l’Aisp, associazione italiana per lo studio del pancreas.

Tutto è iniziato da una lettera scritta dall’architetto Fabio Giambruno, iniviata alla redazione di Livesicilia e pubblicata da diverse testate nazionali. Giambruno, stimato professionista palermitano, dopo aver scoperto di avere un cancro al pancreas, chiese, ormai consapevole del progredire della malattia, di aiutare il figlio Giuliano, giovane e promettente pilota di enduro, a realizzare il sogno di diventare campione. Una passione che Giambruno,, condivideva con il figlio. Fabio, oggi, non c’è più. Le sue orme, gli insegnamenti, i valori, sono portati avanti dalla moglie Francesca: “Mio marito è stato uno dei fondatori di questo team e cosa più importante era uno dei papà della scuderia ‘Fathers & Sons’ – ha esordito così la moglie dell’architetto stroncato dal tumore alla soglia dei cinquant’anni –. Da tempo seguiva Giuliano, come tutti i papà dovrebbero fare. Adesso, tocca a me portare avanti la sua opera. Il sogno più grande di Fabio era quello di poter vedere il suo ragazzo partecipare ai campionati italiani di enduro”.

Un desiderio che potrebbe realizzarsi a breve. Dopo la pubblicazione della lettera di Giambruno, infatti, diversi sponsor si sono proposti. “Grazie all’aiuto di tutti questi sponsor abbiamo dato la possibilità a tutti i ragazzi, anche ai bambini, di potere correre – ha continuato Francesca, visibilmente commossa – Fabio sosteneva sempre che il cuore della squadra sono proprio i piccoli”. Ma il desiderio più grande del marito, racconta ancora Francesca, era quello di poter contribuire alla ricerca sul carcinoma pancreatico. La famiglia Giambruno e il team, infatti, hanno pensato di aiutare la ricerca anche attraverso la creazione di premi studio annuali per giovani ricercatori italiani intitolati alla memoria dell’architetto palermitano. “La ricerca deve andare avanti, deve progredire al fine di dare speranza a tutte quelle famiglie colpite da questo male che ti lacera dentro – ha concluso Francesca – siamo riusciti attraverso la fusione dello sport ed una serie di eventi culturali, a fare questo accordo d’intenti con l’Aisp per poter creare dei premi intitolati alla memoria di Fabio”.

E’ un momento molto importante per me, oggi più che mai mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazzione di questa serata e che hanno sposato un’iniziativa di così grande spessore”, sono queste le parole con cui Giuliano Giambruno ha inaugurato la serata. Giuliano, accanto alla sua moto, ha espresso la consapevolezza e l’emozione per tutto l’affetto dimostrato da chi gli sta accanto e da chi non c’è più: “Mi emoziono ogni giorno pensando al gesto effettuato da mio padre, sono sicuro che anche da lassù non ha smesso di seguirmi ed è felice per i risultati conseguiti. Io non mollo, vado avanti soprattutto per rendere mio padre fiero di me”.

 

 


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