Giuseppe Rosa, l'uomo | che darà ossigeno alle imprese - Live Sicilia

Giuseppe Rosa, l’uomo | che darà ossigeno alle imprese

Identikit del nuovo presidente dell'Irfis.

L'INTERVISTA
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PALERMO – Una vita passata all’interno di Confindustria. Prima come ricercatore del centro studi, poi come vice direttore del centro studi, come responsabile della segreteria degli organi confederali e come dirigente del settore Mezzogiorno. Lui è Giuseppe Rosa, scelto dal governo Crocetta per guidare l’Irfis, l’ex istituto regionale di mediocredito, oggi società finanziaria specializzata nel credito agevolato e nell’erogazione di fondi regionali. Nato a Foggia 67 anni fa, una laurea in scienze politiche, Rosa è stato indicato dall’assessore all’economia, Luca Bianchi, con il placet di Confindustria. Prenderà il posto dell’ex dg di Banca Nuova, Francesco Maiolini, che aveva rassegnato le dimissioni già lo scorso 9 novembre.

Quando ha saputo che il suo nome era in ballo per la presidenza dell’Irfis?
“In prima battuta sono stato contattato da Confindustria; poi dall’assessore Bianchi con il quale avevo già lavorato quando era in Svimez. L’ufficializzazione però è arrivata all’improvviso…”.

Il via libera, dunque, è stato trasversale
“Una fiducia che deve tradursi in un lavoro di ricerca importante per capire quali sono i binari sui quali indirizzare un’azione concreta di supporto alle imprese”.

Lei si è già occupato di credito alle imprese?
“La mia competenza è più legata all’economia reale, alle politiche di sviluppo. Detto questo, però, attraverso un lavoro di squadra sono certo che riusciremo a trovare gli elementi capaci di supportare una politica di rilancio del tessuto imprenditoriale”.

Ma ha già un’idea di ciò che dovrà fare in Irfis
“La nomina è troppo fresca…”

Quando ci risentiamo, allora?
“Inizieremo a lavorare sin da subito e entro luglio dovrei essere operativo al cento per cento”.

Qual è il suo rapporto con la Sicilia?
“Il mio rapporto con quest’Isola è sempre passato attraverso i contatti con la classe imprenditoriale. Penso ad Ettore Artioli, ad Antonio Mauri, a Francesco Averna. Negli anni ’90 facemmo anche una ricerca con la Fondazione Curella sullo sviluppo dell’area interna della Sicilia”.


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