Gli ammazzarono il padre| Il boss Graviano sarà risarcito - Live Sicilia

Gli ammazzarono il padre| Il boss Graviano sarà risarcito

I giudici di appello condannano il killer Gaetano Grado

PALERMO – Il boss stragista Giuseppe Graviano deve essere risarcito dall’uomo che assassinò il padre Michele. La seconda sezione della Corte di assise di appello di Palermo ha accolto il ricorso del boss di Brancaccio, della madre Vincenza Quartararo, del figlio Michele che porta il nome del nonno, e del fratello di Giuseppe, Benedetto Graviano.

Sarà il killer pentito Getano Grado a dovere sborsare per tutti provvisionali immediatamente esecutive comprese fra 5 e 35 mila euro. Il danno definitivo sarà quantificato in un altro giudizio. Il capomafia di Brancaccio, stragista e condannato all’ergastolo anche per l’omicidio di don Pino Puglisi, si era costituito parte civile, opponendosi al proscioglimento per prescrizione dell’inchiesta nei confronti di Grado, killer di tanti omicidi fra cui quello di Michele Graviano, assassinato il 7 gennaio del 1982. Il processo contro Grado era valevole solo ai fini civili.

Non tutti i fratelli Graviano hanno condiviso la scelta di Giuseppe. Non si sono opposti all’archiviazione Filippo, ergastolano e stragista pure lui, e la sorella NunziaAd assistere i Graviano è stato l’avvocato Federico Vianelli, il quale ha sostenuto, sulla base di un principio stabilito dalla Cassazione, l’imprescrittibilità dell’omicidio anche quando a commetterlo è un pentito che gode della speciale attenuante per i collaboratori di giustizia. Una decisione quella dei supremi giudici che finirà per avere refluenze in tanti altri processi.

“Sei mesi dopo la morte di Stefano Bontade venne ucciso mio fratello – raccontò Grado – a quel punto decisi di andare in Spagna, a Benidorm. Di tanto in tanto scendevo a Palermo, uccidevo i capi delle famiglie mafiose alleate con i corleonesi e tornavo in Spagna”. Era la vendetta che boss perdenti contro i boss che avevano scelto di stare dalla parte del nuovo signore di Palermo, Totò Riina.


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