Gli avvocati scrivono ai deputati | E salta la norma stoppa-incarichi - Live Sicilia

Gli avvocati scrivono ai deputati | E salta la norma stoppa-incarichi

Nota durissima all'Ars dell'Ordine forense. Ardizzone elimina dal ddl stralcio l'articolo che limitava le nomine. Lo Bello: "Sono sorpresa".

PALERMO – Per gli avvocati quella norma era inutile. E lo hanno messo nero su bianco, in una lettera di fuoco inviata a ciascuno dei novanta deputati dell’Assemblea regionale. Dopo quella lettera, l’inutile norma è scomparsa: stralciata dallo stralcio della Finanziaria, rimessa nel cassetto. “Sì, quella nota l’ho fatta mia e ho deciso di cassare la norma”, conferma il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Professione avvocato, ma questo è un dettaglio: “L’articolo in quel ddl, così come era stato proposto, – spiega – era inammissibile. La professione dell’avvocato non è quella del commerciante, non è un’attività che può essere sottoposta a ‘bandi di gara’”.

L’articolo contestato è quello previsto inizialmente appunto nel ddl approvato dalla commissione bilancio nei giorni scorsi col quale governo e assemblea avevano provato a porre un argine alle milionarie consulenze e incarichi legali negli enti regionali. La norma non escludeva gli incarichi all’esterno, ma quelli “diretti”, così come avviene oggi, dovevano essere considerati solo delle eccezioni. Nello specifico, l’articolo prevedeva la possibilità per gli enti regionali di creare propri uffici legali utilizzando i propri dipendenti e la creazione di un albo dei difensori di fiducia. Un albo che prevedeva, tra i requisiti, anche quello della ‘vicinanza della sede giudiziale al foro di appartenenza’ e la specificazione del tipo di specializzazione dell’avvocato che avrebbe dovuto essere in sintonia con l’incarico. Insomma, niente cause amministrative a penalisti, o casi analoghi, questo lo spirito della norma.

Una norma, come detto, “inammissibile” secondo Ardizzone: “Gli incarichi ai legali, per loro natura, sono incarichi intuitu personae, non si può trasformare tutto in una specie di gara”. Ma non solo. La norma prevedeva anche il passaggio attraverso un decreto del Presidente della Regione, da adottare entro tre mesi dalla pubblicazione della legge stralcio, col quale stabilire “ modalità, criteri e condizioni per l’esercizio dell’attività difensiva, tecnica e consultiva degli avvocati”. “E’ come – affonda Ardizzone – se il presidente della Regione dovesse occuparsi della deontologia del professionista: sarebbe assurdo. Se il governo vuole disciplinare la materia può intervnire attraverso circolari da inviare agli enti regionali”. E la posizione di Ardizzone, come detto, ricalca quella dei colleghi avvocati, che hanno “demolito” la proposta di governo e Ars con un documento dell’Unione degli ordini forensi di Sicilia. Una nota durissima, inviata ai deputati martedì scorso, proprio durante i lavori per portare in Aula la legge stralcio, in cui vengono contestati praticamente tutti i punti della norma. Un articolo, secondo gli avvocati, che in qualche caso finirebbe per invadere la competenza statale, in altri penalizzerebbe i giovani avvocati non in possesso – proprio a causa della scarsa anzianità professionale – curriculum all’altezza dei piuù esperti, e in altri casi affiderebbe al presidente della Regione poteri che non gli appartengono. Così, l’Assemblea degli ordini forensi conclude la propria nota manifestando “la propria ferma opposizione alla suddette iniziativa legislativa” e invita il “Consiglio nazionale forense ad intraprendere – si legge nella lettera – tutte le più opportune ed adeguate iniziative di protesta e di contrasto informando il governo nazionale e le competenti autorità amministrative e politiche della illegittima iniziativa regionale”.

“Non credo – la reazione del presidente della commissione bilancio Vincenzo Vinciullo – che questa posizione sia condivisa da tutti gli avvocati siciliani. Non a caso, stranamente, quegli incarichi non arrivano quasi mai a legali delle province di Siracusa o Ragusa…”. Si dice “sorpresa” invece la vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, che nei giorni scorsi aveva rivendicato la “paternità” di quella norma: “Il nostro intento era solo quello di ridurre, ove possibile, il ricorso agli esterni, che non sarebbe comunque stato impedito. Ma un’altra delle cose che mi sorprende – l’attacco della Lo Bello – è che gli avvocati, nella loro nota, non facciano minimamente riferimento alle centinaia di incarichi conferiti in questi anni. Forse troppi”. Proprio uno di questi casi fu portato in commissione bilancio dalla Lo Bello: è la vicenda che riguarda l’Irsap: “In tre anni quegli incarichi sono costati quattro milioni” questa la denuncia all’Ars. Incarichi ereditati dagli ex consorzi Asi, secondo l’ex presidente Alfonso Cicero.

Ma quello degli incarichi legali esterni è un affare milionario. Già nelle settimane scorse la Corte dei conti ha puntato il dito contro gli incarichi in molte Asp siciliane: nel mirino dei giudici contabili parcelle per 18 milioni di euro in tre anni. E costosissimi sono stati nell’ultimo triennio anche gli incarichi nella società Sas, popolata anche da nomi noti, che spesso a dire il vero, si rincorrono in altri enti regionali. In quest’ultimo caso è partito anche un esposto alla Corte dei conti del sindacato Cobas Codir. Ma intanto, la norma che “frenava” gli incarichi è stata cancellata dalla minifinanziaria. Non piaceva, incredibile a dirsi, agli avvocati.


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