Gli inquirenti: "Appalti sotto controllo | Un salto di qualità da parte di Cosa nostra" - Live Sicilia

Gli inquirenti: “Appalti sotto controllo | Un salto di qualità da parte di Cosa nostra”

La conferenza stampa degli inquirenti (Foto Cassisi)

Dall'operazione 'Colpo di grazia' emerge inoltre la reticenza da parte di chi è vittima di estorsioni.

Il retroscena del blitz
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2 min di lettura

CALTANISSETTA – Un salto di qualità di Cosa Nostra a Caltanissetta e il silenzio delle vittime. Gli inquirenti in conferenza stampa puntano su questi due aspetti caratterizzanti l’operazione battezzata “Colpo di Grazia” che ha portato all’arresto di sette esponenti di spicco della consorteria mafiosa di Caltanissetta. Ai giornalisti Marzia Giustolisi, dirigente della Mobile, il pm Domenico Gozzo, il questore Filippo Nicastro e il Procuratore Sergio Lari riferiscono di “una stabile ed articolata struttura mafiosa che gestiva significativi collegamenti tra la locale associazione mafiosa e le parallele strutture operanti nella provincia nissena e in altre province siciliane”.

Dal 1999 al 2004 Cosa Nostra aveva infatti deciso di trarre le proprie forme di sostentamento non più attraverso la sola imposizione del “pizzo” da imporre agli operatori economici del territorio. I tentacoli della mafia si sono allungati in “un salto di qualità – dicono gli investigatori – attraverso un controllo capillare dei lavori pubblici e privati eseguiti nel capoluogo nisseno mediante l’individuazione di ditte appartenenti a sodali o a soggetti compiacenti”.

Nessuna vittima ha parlato con la polizia. “Abbiamo registrato la totale assenza di spontanea collaborazione da parte di vittime di estorsioni che hanno eseguito, nel recente passato, lavori nella città capoluogo”. Dunque, quasi tutti gli imprenditori vittime delle estorsioni hanno scelto “un atteggiamento di chiusura, totale o parziale, in merito alle vicende riferite dai collaboratori di giustizia”. Secondo quanto riferiscono gli inquirenti alcuni imprenditori hanno minimizzato sulle vicende di cui sono stati vittime. “Solo in alcuni casi, la totale apertura nei confronti della Dda si è registrata dopo che alcuni imprenditori sono stati iscritti nel registro degli indagati a seguito di alcune contestazioni in merito a dichiarazioni certamente reticenti. Chi ha parlato agli inquirenti, ha mantenuto un atteggiamento solo apparentemente collaborativo, puntando il dito contro soggetti la cui collaborazione con la giustizia è ormai nota e preferendo non accusare gli altri esponenti risultati comunque ugualmente coinvolti”.

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