Green pass, la rabbia degli imprenditori: "Ecco i danni" - Live Sicilia

Green pass, la rabbia degli imprenditori: “Ecco i danni”

Il nuovo decreto del Governo proroga la chiusura delle discoteche. Neanche il Green pass potrà servire per accedere

“Ciò che oggi è accaduto è inaudito ed inammissibile e costituisce l’ultimo tassello di una precisa strategia diretta ad annientare il nostro settore”. Gabriele D’Ambra, vicepresidente nazionale di Assointrattenimento – Federturismo, non usa mezzi termini. E’ un fiume in piena mentre al telefono commenta amaramente la decisione del Governo nazionale di prorogare la chiusura delle discoteche e lasciare aperti gli altri locali ma con l’obbligo del Green pass.

“Siamo l’unico settore che dallo scorso anno è chiuso per decreto – spiega – A parte la parentesi di 25 giorni della scorsa estate, non abbiamo più lavorato nonostante le numerose promesse”.

Il settore dell’intrattenimento è uno dei più penalizzati dalla pandemia. Gli assembramenti che si creerebbero in caso di riapertura – in una fase così delicata della pandemia – potrebbero incidere senza dubbio sull’aumento dei contagi. “Ne siamo consapevoli – commenta D’Ambra – e proprio per questo avevamo proposto dei rigidi protocolli in vista della riapertura estiva. Protocollo che aveva avuto anche il parere favorevole da parte del Comitato tecnico scientifico”.

Intanto, nel decreto Covid approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è stato istituito un fondo per i ristori alle sale da ballo. Ristori che, tuttavia, per i rappresentanti della categoria sono inadeguati. “I nostri costi fissi di gestione variano dagli 8mila ai 12mila euro al mese e questi ristori sono briciole per noi imprenditori – evidenzia Gabriele D’Ambra – Basti pensare che le nostre attività, tuttora, pagano Imu e Tari senza incassare un centesimo”.

Una rabbia che non accenna a diminuire: “Tutta la società civile è consapevole come in questi mesi, ristoranti, bar, litorali, piazze e strade si sono trasformati in luoghi di pubblico spettacolo, caratterizzati da incontrollati assembramenti in spregio alle ben che minime norme di sicurezza, di prevenzione e di igiene pubblica”.

Il prossimo passo per gli imprenditori dell’intrattenimento sarà quello di promuovere un’azione legale alla Corte europea di Strasburgo contro il Governo italiano per ottenere dei risarcimenti. “L’ultima spiaggia per un settore sempre più in crisi”.


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