Saguto, guerra fra amministratori| L'uomo da "50 mila euro al mese" - Live Sicilia

Saguto, guerra fra amministratori| L’uomo da “50 mila euro al mese”

Silvana Saguto

Carmelo Provenzano e Giuseppe Rizzo arrivarono ai ferri corti.

PALERMO - L'INCHIESTA
di
2 min di lettura

PALERMO – I due amministratori arrivarono ai ferri corti. Carmelo Provenzano contro Giuseppe Rizzo. Quest’ultimo era stato scelto dal collegio delle Misure di prevenzione presieduto da Silvana Saguto per gestire l’impero economico sequestrato agli imprenditori Virga di Marineo. Lo sponsor di Rizzo, secondo i finanzieri della Polizia tributaria, sarebbe stato l’ufficiale della Dia, Rosolino Nasca.

La stessa Saguto era timorosa per la nomina di Rizzo. Aveva scelto “un ragazzetto che non so come farà, adesso io devo nominare un coadiutore giusto perché sennò”. La scelta sarebbe ricaduta su Carmelo Provenzano perché “è un docente e non può dire niente nessuno”. Professore alla Kore di Enna, Provenzano è finito sotto inchiesta assieme alla Saguto. Si sarebbe speso, tra le altre cose, per agevolare la carriera universitaria, laurea inclusa, del figlio del giudice.

Ad un certo punto, però, la coabitazione Rizzo-Provenzano divenne impossibile. Provenzano, che nel frattempo – sostengono i pm di Caltanissetta – era entrato nelle grazie del presidente, aveva un piano per sbarazzarsi del concorrente. Non era una cosa facile visto che lo stesso Provenzano spiegava al presidente che era stata lei ad avere “creato un uomo da 50 mila euro al mese”. Saguto si sorprendeva: “Non se ne pala completamene”. E Provenzano aggiungeva: “… lui non ha la caratura cioè di questo si tratta, hai capito che imperò c’è”.

Per evitare rischi e danni di immagine avrebbero dovuto studiare come neutralizzare Rizzo senza farlo andare via. Era meglio che “si gestisca due, tre società, quattro e siamo già assai… cinque, sei mila euro al mese.” La stessa Saguto era perplessa: “No tutte queste società non gliele do”, ma Provenzano le spiegava che avevano “un piano più grosso, cioè un piano professionale politico” e che stavano lavorando “per mettere persone nelle amministrazioni”.

L’esautorazione di Rizzo, per essere indolore, doveva apparire come la conseguenza della sua inefficienza. Dovevano “trovare un modo per dire che lui, la minchiata l’aveva fatta così grossa che lui scatti in piedi”. Bisognava fare emergere “tutto quello che ha fatto male. Il problema non è prendere incarichi, ma uscire con onore dagli incarichi”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI